Espansione del campo semantico

by francesco 1.7K views0

Ultimo aggiornamento 18 Giugno 2020

Come aumentare la visibilità dei propri articoli? Un piccolo suggerimento per chi gestisce la pubblicazione di contenuti su un sito con piano editoriale schedulato.

Una delle tecniche che utilizzo per dare visibilità ai siti web che pubblicano con frequenza, è instillare la domanda rispetto ai contenuti specifici prima che questi vengano pubblicati.

Una condizione necessaria perché ciò avvenga in modo proficuo è che i contenuti contengano un link semantico, quindi un’associazione univoca al loro interno con il concetto latente, quello scelto per allargare il campo semantico o se siete più accademici, per praticare l’espansione della query.

Allo stesso modo, anche instillando la domanda di questi contenuti attraverso i segnali sociali, dovrò richiamare semanticamente il concetto chiave per ottenere l’espansione della query.

Facciamo un esempio

Se stai seguendo una categoria di un sito web di cucina la cui query principale dev’essere “allargata” al nuovo concetto che hai individuato, conoscendo in anticipo le ricette che usciranno, puoi seguire queste due strade:

Due o tre giorni prima che la nuova ricetta esca, puoi commentare (senza link) sui principali siti web di cucina, una ricetta simile, facendo co-occorrere il nome della nuova ricetta, quello della categoria di ricette da posizionare (cioè il tuo obiettivo primario) e il concetto col quale stai cercando di espandere il campo semantico. 

Frequenta i siti web che sviluppano sotto forma di rappresentazioni sociali, il concetto col quale cerchi di espandere il campo – nota che potrebbero anche non essere siti web di cucina, ma per esempio siti che parlano di dieta e benessere – e commenta facendo co-occorrere la parola chiave d’interesse con il concetto che hai individuato.

Conseguenze

A patto di ripetere il primo punto per un numero sufficiente di volte (dipende dalla competizione sulla chiave) questa tecnica produce associazioni fra documenti web che da un lato creano un interesse da Google per i singoli articoli nuovi, quelli per cui abbiamo ingenerato una domanda, dall’altro un’associazione tra le rappresentazioni sociali già esistenti che riguardano latentemente la parola chiave d’interesse e il concetto che abbiamo individuato come “contrassegno” per quelle rappresentazioni. (se non è chiaro potete scrivermi per insultarmi, capirò).

Quante co-occorrenze servono?

Rispondo qui a una critica di fondo basata su quest’approccio, secondo la quale le co-occorrenze da sole non bastano a migliorare i risultati in serp. Chiaramente, prendendo l’esempio delle ricette di cucina, se con le co-occorrenze andiamo ad affrontare semplicemente i siti dei competitors senza creare associazioni con il concetto latente ma limitandoci alla co-citazione di chiave di ricerca + chiave di brand, oltre a passare per spammer, difficilmente otterremo risultati significativi, ma se invece la tecnica delle co-occorrenze viene utilizzata per creare un’associazione semantica tra chiave di ricerca e concetto latente, non per forza su siti di competitors ma su siti pertinenti col tale concetto chiave (spesso diversi per argomento), allora il numero di co-occorrenze necessarie a creare l’allargamento del campo semantico si può ridurre di molto. Si tratta come sempre di cosa fai capitare dove e di quanta consapevolezza ne hai. Non è sempre facile e sia chiaro, nemmeno io posso riuscirci sempre.

Google e le associazioni semantiche

In effetti risponde fin troppo bene. 😉

In base al testo che riesce a scansionare, Google avvicina oppure allontana un documento web da un certo argomento. Può bastare davvero poco a rendere pertinente un contenuto per una query, anche un semplice commento, anche se magari quel sito con quella query non c’entra niente. 

Occorre stare molto attenti, perché questo succede già ogni giorno in modo naturale, anzi a volte abbiamo la sensazione che le serp siano piene di risultati scelti da Google a caso, proprio perché chi scrive e chi commenta agiscono in modo imprevedibile, creando inconsapevolmente associazioni semantiche tali da rendere pertinente il contenuto per una vasta serie di parole chiave scorrelate tra loro. Certe volte ti accorgi guardando le query di ricerca su WMT (o su analytics) che un sito che gestisci può guadagnare impressions per chiavi impertinenti in modo apparentemente casuale, dico proprio per chiavi che nel sito non avevi inserito!

Per lavorare di semantica serve consapevolezza

Soprattutto per intercettare le rappresentazioni sociali di un problema legato latentemente alla query d’interesse cui associare il famoso concetto di cui parlo da settimane. È questa la parte più difficile. Devi conoscere l’argomento profondamente oppure devi avere un buon ascolto della rete, altrimenti sarà tutto inutile e ti ritroverai a pompare co-occorrenze come un disperato senza trarne alcun beneficio, perché saranno sempre poche se non hai la giusta consapevolezza.

Tutti possono sbagliare… conoscere il metodo però, aiuta.