Natural Born Entities

by francesco 2.5K views0

Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

natural born entity
natural born entity

Ovvero, come scalare la vetta delle serp costruendo termini nuovi per indicare oggetti di conoscenza già esistenti. Torniamo a parlare di semantica, finalmente.

All’inizio gli animali comunicavano tra loro con richiamisegnali, poi si dice che una specie si distaccò da tutte le altre e cominciò a svilupparsi molto al di là di quanto fosse ritenuto possibile per il mondo animale, fino a immaginare mondi interi da esplorare con la mente.

La prima e più straordinaria tecnologia prodotta dall’uomo (che poi è dell’uomo produttrice) è il linguaggio. Le parole hanno in sé lo straordinario potere di descrivere elementi astratti, concetti e sfumature precise di oggetti lontani. È il linguaggio che consente alla mente di essere quello che è.

L’importanza di definire e disporre

Le persone hanno bisogno di conoscere e lo fanno sostanzialmente comprendendo e/o misurando. Quelle intelligenti riescono a fare tutte e due le cose contemporaneamente. Una volta compreso che un oggetto galleggia e trasporta persone sull’acqua per un motivo preciso, a seconda delle sue misure e dei materiali con cui è fatto potrai definirlo una zattera, un gommone, un gozzo, uno yatch, un peschereccio, un caccia torpediniere, un transatlantico etc.

Quelle appena elencate sono definizioni acquisite, termini (quasi tutti) univocamente corrispondenti ad un’imbarcazione con certe caratteristiche. Si tratta in sostanza di parole che nella maggior parte dei casi riconosceremmo senza dubbio come facenti parte dell’ontologia di barca o se preferisci, stanno nel suo campo semantico

La domanda è: possiamo espandere questo campo inventandoci un altro termine che non esiste?

La sottodomanda è: Riusciamo a far capire a Google che il nuovo termine sta per barca?

Espansione del campo semantico

Le persone più in gamba che conosco (docenti, scrittori e produttori di musica elettronica) sono quelle che dopo aver metabolizzato l’esistenza di un fenomeno sociale, ne rielaborano alcuni aspetti ridefinendone il significato. In pratica fanno remix a partire da ciò che c’è già. Sì, fanno innovazione in senso pieno. La ciliegina sulla torta è creare nuove definizioni per tali nuovi costrutti.

Mettici la testa (esempio)

La plagiocefalia, meglio nota come “testa piatta” è una deformazione del cranio dei neonati, dovuta a cause prenatali come gravidanze gemellari o neonatali spesso dovute al fatto che il bambino tende a dormire reclinando sempre la testa sullo stesso lato. Il fatto è che le ossa del cranio nel neonato non sono solide come quelle degli adulti, quindi occorre fare parecchia attenzione. Nei casi in cui si manifesti e sia visibile tale deformazione, è possibile utilizzare un caschetto che riequilibra la forma del cranio riportandola alle proporzioni originali. 

Qui c’è da cogliere un’opportunità, perché questo dispositivo viene banalmente chiamato “caschetto”, quando potrebbe avere un nome diverso, molto più fiko, come ad esempio “equilibratore craniale”. Non abbiamo fatto niente, se non dare un nome ad un oggetto.

Ora la questione è far capire a Google che l’equilibratore craniale è rilevante rispetto alla nostra chiave di interesse, cioè plagiocefalia. A questo scopo sarà utile sviluppare conversazioni su blog e forum di settore creando la co-occorrenza di plagiocefalia + equilibratore craniale. A tale scopo si potrebbe sviluppare una campagna di digital pr tesa a portare altri a menzionare il nuovo termine. Il senso è che se sui siti influenti si prende a dare una certa definizione di un oggetto, tale definizione si diffonderà fino ad essere assimilata come facente parte di quell’ambito di interesse. 

Se quindi il mio sito web obiettivo è il migliore a parlare di equilibratore craniale, Google lo posizionerà per la chiave di interesse “plagiocefalia”, perché ci sta.

Conclusioni

Questo era solo un esempio, quindi è (quasi) inutile che tu vada a vedere se corrisponde ad un progetto che sto seguendo. Il senso è cercare di riflettere insieme su dinamiche di apprendimento sociale, intorno alle quali sono sicurissimo che Google pone grande attenzione.

Siamo nell’era del machine learning. Pensaci su.