Tecniche SEO di ripulitura reputazione

by francesco 3.2K views0

Ultimo aggiornamento 5 Gennaio 2018

Oggi sono orgoglioso di ospitare il primo dei guest post dedicati alle tecniche SEO, una nuova rubrica di Seogarden.net. Ad aprire le danze nientemeno che il maestro Ben Kenobi in persona.

ripulitura reputazione
ripulitura reputazione

di Benedetto Motisi

La reperibilità pressocché illimitata di informazioni online circa una persona o un brand ha fatto sì che emergesse una necessità di “controllo” di ciò che viene pubblicato. Attenzione, non intendo una censura di tipo sovietico ma una più americana definizione di “personal (o corporate) branding”, quindi la gestione dell’immagine e della reputazione online. Lato SEO questo si traduce nella richiesta di “se cerco il mio nome+cognome o il nome della mia azienda, non voglio che si leggano questi risultati sgradevoli o lesivi“.

PREMESSA Considerando che “il logo di Google sopra le SERP e la legge morale dentro di me” (semi-cit.); a meno che non si tratti di uno sventurato, capitato nel mirino di una campagna denigratoria, spesso il cliente-tipo di queste attività ha fatto qualche cazzata (ndBen: si può dire sul tuo blog, Frà?). La cosa migliore sarebbe che il personaggio o l’azienda in questione avesse tenuto una condotta irreprensibile, ma ehi, se così fosse, un’opportunità in meno per noi, no? Ad ogni modo, ci sono alcune tecniche SEO di ripulitura reputazione base che funzionano molto bene per dominare la prima pagina di risultati “nome+cognome” e “nome azienda” che dovrebbero essere oggetto del nostro lavoro di SEO reputation. Per aumentare le percentuali di successo di questa attività, prima di tutto va tenuto conto di alcuni fattori:

  • Proporre la ripulitura (che poi è quel che è utile) solo della prima pagina dei risultati di ricerca. 10 slot da pulire sono relativamente semplici.
  • Attenzione che la vicenda da “ripulire” non abbia strascichi, e quindi rigurgiti in SERP (che fa anche un po’ schifo).
  • Se il personaggio/l’azienda l’ha fatta talmente grossa da finire su portali in altissimo trust, è ancora più dura, specie se la notizia soffre come sopra di recentismo.
  • Non garantire nulla. Già sono, IMHO, lavori a rischio dato il cliente-tipo, garantire qualcosa a certi personaggi può solo che ritorcersi contro.

SITI E MINI-SITI NOMINALI Domini come www.pietrogambadilegno.tld (it, com, net) o www.emporiodellautodipietro.tld sono ottimi per posizionarsi sulle parole chiave “nome+cognome” o “nome azienda”, perché nonostante si dica il contrario, gli EMD si posizionano in maniera eccezionale. Specie in piccole ricerche come quelle di questo tipo. L’ideale è comunque sviluppare siti e mini-siti che abbiano un minimo di valore, ad esempio il .it (o .com) può rappresentare la “casa sul Web” del personaggio/azienda in questione, mentre le varie estensioni possono essere dedicate a vari sfaccettature/interessi/prodotti.

CANALI SOCIAL Sono un sostenitore (e lieto di essere smentito) del fatto che i segnali social ancora non hanno una incisività diretta sul posizionamento. Ciò che è certo è che l’utilizzo di vanity url con la chiave esatta della ricerca che ci interessa ripulire, è un ottimo modo per posizionare agilmente le pagine social e liberarsi dei risultati sgraditi in prima pagina. Anche qui, se non si vuole proprio essere beceri, andrebbe fatta un minimo di pianificazione: se si sta ripulendo la SERP di un professionista, ben vengano social come linkedin, xing, viadeo; ad esempio. Il loro alto trust li farà risaltare molto velocemente.

AGGREGATORI I vari Liquida di turno sono altrettanto buoni per occupare i restanti slot non ancora “ripuliti” dalla prima pagina di Google, sia per l’alto trust, sia perché la mole di contenuti che produciamo potrebbe essere aggregata al nome del personaggio/azienda, rendendo più forte di fatto tutto il caravanserraglio che stiamo tirando su. Bisogna solo stare attenti a non far aggregare o risaltare notizie sgradite.

PORTALI DI OPINIONE Sei un albergo? Perfetto, per quanto sia una cosa “eticamente discutibile” non bisogna nascondersi dal fatto che Tripadvisor e simili, in certi casi, sono una battaglia totale di commenti positivi e negativi pompati ad hoc. Se serve, bisogna un attimo forzare la questione (oltre la linea) o invitare in più modi i clienti soddisfatti a commentare (dentro la linea). Infatti pare che solo per ogni 10 visitatori insoddisfatti ci sia un commento positivo. Mi è capitato di dover gestire la reputazione di un albergo in Puglia sfondato di commenti negativi perché non voleva far parte di un consorzio e ha subìto questo “attacco” su Tripadvisor. Li c’è poco da fare, di concreto, a parte rispondere colpo su colpo. Suggerimenti sempre ben graditi se avresti affrontato la questione in un modo differente 🙂

RICERCHE CORRELATE: COSA FARE? Tutto molto bello, certo, ma cosa fare se il cliente chiede di veder ripulite SERP come “nome+cognome arrestato” che magari suggerisce Google fra le sue ricerche, o sta fra le correlate? La vera problematica IMHO è sulla quantità di notizie con quella estensione di ricerca, un maestro della SEOmantica come il buon Francesco credo spingerebbe nel creare tanti contenuti per legare il concetto/nome a una nuova entità, ma credo sia davvero un lavoro di lungo termine o comunque giustamente renumerato. Personalmente finora ho sempre proposto la ripulitura nome+cognome o nome azienda, trovando dall’altra parte “gatte frettolose” e non volendo rischiare di partorire “gattini ciechi” l’ho giocata sull’offerta base.

IL DIRITTO ALL’OBLIO E L’OBBLIGO DI RETTIFICA In ultimo, Google – su indicazione UE – è stata costretta a rispettare il diritto all’oblio e a fornire gli utenti di un form per la rimozione dei risultati di ricerca considerati lesivi della dignità di una persona e bla bla bla… perché dico così? Ho già fatto le mie considerazioni a riguardo, rimango dell’idea che si tratti di un palliativo a discrezione di una Inc. Inoltre, va sempre sottolineato che dovrebbe essere con l’obbligo di rettifica che vengono corretti certi contenuti, direttamente alla fonte. Ripulire gli elenchi di ricerca di Google non porta alla cancellazione del contenuto sul sito. Una sostanziale differenza. Se il personaggio/azienda in questione ha superato una criticità, vale la pena – e anzi sono obbligati – chiedere una rettifica a chi riporta la notizia vecchia e lesiva.

E tu cosa ne pensi? Soprattutto lavoreresti mai in questo ambito, SEO-stimolante ma piuttosto… borderline per certi aspetti?