La SEO nel settore farmaceutico
by 30 Agosto 2013 12:25 4.2K views0
Ultimo aggiornamento 8 Gennaio 2018
Quello delle case farmaceutiche è un universo talmente sviluppato che esiste un intero segmento della comunicazione dedicato ai servizi per le case farmaceutiche. Grosse aziende curano istanze che vanno dal telemarketing al sito web, tralasciando spesso un aspetto strategico come la SEO, precludendosi ampi margini di profitto. Vediamo come e perché si perdono occasioni importanti.
L’altro ieri avevo parlato del motore di ricerca come lo strumento principe da consultare quando si prefigura il problema da risolvere. Quale problema è più da risolvere che la salute?
Mettendo insieme e incrociando le correlazioni tra tutti i tipi di ricerche che gli utenti del web effettuano su Google per temi concernenti problemi di salute, ne risultano solo Italia un bouquet di oltre 1.000 parole chiave, che complessivamente producono un traffico di ricerca da 4 milioni e mezzo di utenti al mese. Se osserviamo le aziende farmaceutiche, settore con il quale ho lavorato in passato e che un po’ conosco, vediamo che le loro strategie di comunicazione si basano principalmente su forme di marketing diretto all’indirizzo di studi medici e farmacie attraverso questi tre strumenti:
1) Informatori scientifici
2) Telemarketing
3) Email marketing
Sono forme estremamente concrete per affrontare il marketing delle case farmaceutiche, ma trascurano essenzialmente proprio l’attore principale di tutto il processo, quello che alla fine della festa paga per curarsi, il vecchio e sacro utente finale.
Il principio alla base della scelta di spingere l’azione comunicativa sugli influencer (medici e farmacisti) è in alcuni casi estremamente corretto, perché quando un farmaco è ottenibile solo sotto prescrizione è il medico a dover fare la scelta, non il paziente, ma dall’altra parte occorre fermarsi a riflettere su due fattori tendenziali, probabilmente collegati fra di loro, che stanno lentamente ma inesorabilmente trasformando il settore:
1) L’aumento del numero dei farmaci non prescrivibili
2) La tendenza degli italiani (e non solo) di sostituirsi al medico
È rispetto a questo secondo punto che parecchie case farmaceutiche stanno perdendo colpi in questo periodo, perché le loro strategie di comunicazione sono ancora verticali e dirette, mentre aumenta esponenzialmente il numero di utenti che cercano informazioni (a torto o a ragione) su Google circa il loro problema di salute, prendendo in autonomia la decisione di acquistare questo o quel farmaco, addirittura in molti casi, chiedendo al loro medico curante di prescrivergli il medicinale che hanno valutato essere il più efficace.
Assurdo vero? Ma non siamo qui a parlare di ciò che è giusto o sbagliato, solo di quello che succede.
Strategie SEO per case farmaceutiche
Ecco che Google diventa il tuo amico/confidente/medico di fiducia, in grado di influenzare in molti casi e in modi diversi la tua decisione di acquisto del farmaco. Ma come fare a inquadrare il pubblico di riferimento per una campagna SEO nel settore farmaceutico?
Chiaramente tutti possono aver bisogno di farmaci, però è naturale che dei 4 milioni e mezzo di ricerche mensili, solo una parte avrà problemi articolari di origine post traumatica da trattare con integratori specifici all’acido ialuronico, e sarà più facile individuare con buoni margini di approssimazione, quali saranno le ricerche correlate con questo tipo di problema.
Basta avere gli strumenti concettuali e il software di monitoraggio avanzato da cui sarà possibile, caso per caso costruire una visibilità e una credibilità più efficace di quella ottenibile spingendo sul mercato con gli strumenti di comunicazione tradizionali, più efficace perché stavolta sarà l’utente in autonomia a fare una ricerca e ad atterrare sulla pagina di un forum in cui si discute di una patologia e si consiglia un farmaco specifico.
La SEO è una strategia pull
Non spinge, ma attira un mercato che in questo periodo storico si è riconfigurato per essere comunicato in modo orizzontale, attraverso i motori di ricerca, insomma, sono finiti i tempi del dottor Ciccarelli col suo camice bianco che ti vende la pasta del capitano. Non è attraverso quel tipo di referenzialità che mi lascerò persuadere, ma da quella del mio vicino di casa che ha i denti bianchissimi nella foto del profilo su facebook.
Non so se mi spiego 🙂