SEO Predictive: non inseguire Google, ma il Futuro

by francesco 5.8K views0

Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024

Non inseguire Google, ma il futuro.

Sembra uno slogan da quattro soldi, eppure è un mantra che alcuni tra i più grandi SEO visionari condividono. Non parlo di meri esecutori, ma di coloro che sono sempre stati in grado di anticipare le mosse di Google e ottenere incredibili risultati sui motori di ricerca. La SEO predictive però non dev’essere il futuro, ma il nostro presente, o almeno il presente di chi vuole fare uno sforzo in più e guardare al domani, alle persone e ai cambiamenti.

Quello che mi sforzo di raccontare è che la SEO non deve guardare solo a Google, ma anche alla società, allo sviluppo delle nuove tecnologie e alle nuove esigenze delle persone. Perché il posizionamento sui motori di ricerca si fa soddisfacendo l’utente, e non (appunto) un motore di ricerca.

Non voglio però scrivere un articolo fuffaro ricco di frasi fatte, ma esprimere il mio pensiero su quella che ho definito, in seguito ad un illuminate conversazione, la SEO Predictive, ovvero un metodo di approccio alla SEO che prevede l’anticipazione di ciò che avverrà al fine di ottenere continui miglioramenti nel posizionamento e aumenti nelle conversioni.

Cos’è la SEO Predictive?

La SEO Predittiva non è un insieme di tecniche o trucchetti volti a rankare meglio, ma un mind-set che un esperto deve assumere per anticipare i tempi e le tecnologie. La SEO Predictive è un atteggiamento che necessità fondamentalmente di un unico strumento: l’analisi.

Se si vuole anticipare il futuro e smetterla di rincorrere Google ritrovandosi a sbattere il muso contro i nuovi aggiornamenti dell’algoritmo, il data analysis è un passaggio obbligato. Analisi, valutazione e un pizzico di creatività sono gli ingredienti principali per attività di posizionamento sui motori di ricerca che durino nel tempo e che permettano di ottenere costanti miglioramenti, senza mai incappare in cali di traffico o del posizionamento.

Attraverso la SEO predittiva è inoltre possibile ottenere un miglioramento delle conversioni, andando ad identificare i cambiamenti della società e le preferenze emozionali e inconsce dei visitatori. L’anticipazione permette inoltre di anticipare il mercato, ad esempio andando a creare contenuti che rispondano ad una domanda che sarà consapevole solo fra qualche anno. In questo potrà venirci in aiuto anche il Neuromarketing, che ci permette di cogliere i cambiamenti nei processi decisionali degli utenti e quindi di ottimizzare i nostri contenuti per aumentarne le conversioni.

Se però è certamente vero che la SEO predittiva sia principalmente un approccio da adottare, ovvero un guardarsi attorno e non fissarsi sul posizionamento delle proprie keyword, esistono diverse attività e diversi strumenti utili per riuscire a svolgere attività di SEO predictive ottimali.

Vediamole assieme.

Dimenticare i volumi nelle Keyword Research

Uno dei problemi principali dei SEO, e di chi si sta avvicinando a questa area del marketing, è l’incapacità di liberarsi dalla fissa per i volumi di ricerca mensili. Quando si esegue una keyword research si è soliti scegliere le keyword con un alto volume di ricerca e fermarsi lì, senza provare ad andare oltre.

Per prima cosa ci dobbiamo ricordare che i tool utilizzati per l’analisi e studio delle parole chiave si limitano a proporci i dati ottenuti nel periodo passato alla nostra analisi. Certo potremo avere una buona previsione del traffico che un articolo ottimizzato su quella keyword potrebbe portare, ma una quantità enorme di altri dati rimane fuori dalla nostra portata.

Pensiamo ad esempio al growth hacking e a tutti i nuovi trend e tecnologie che si affacciano sul mercato estero. Strumenti come SEOzoom, Ubersuggest o lo strumento di ricerca delle parole chiave di Google Adwords non sarebbero stati in grado di dirci nulla sul growth hacking, eppure oggi sono in molti ad inseguire questo topic e in molti a ricercare questa figura professionale. Sarebbe bastato uscire dalla propria mentalità e leggere qualche articolo o libro estero per essere i primi a trattare l’argomento e poter vantare così le migliori posizioni per una keyword che nel tempo avrebbe vantato un ottimo traffico.

Questo è importante anche per tutti i professionisti posizionati con le keyword di settore al fine di acquisire clienti. Se da domani la SEO cominciasse ad essere sostituita, come già prevedeva nel 2017 Jacopo Matteuzzi, con HSO (Human Search Optimitation), definizione che trovo molto più appropriata per questo mestiere, bisognerebbe saper cogliere quell’opportunità e cominciare a presentarsi come tali, così da essere i primi ad intercettare quella che oggi è una domanda latente, ma che nel giro di pochi anni potrebbe divenire consapevole e superare la domanda della SEO.

Si tratta di essere in grado di cogliere opportunità che ancora non sono ben visibili.

Come ampliare, allora, i propri orizzonti?

Usa Google Trends

Google Trends è probabilmente uno degli strumenti più sottovaluti nella SEO e nel Marketing, benché un suo utilizzo possa permettere di ottenere importanti dati per effettuare analisi di mercato e keyword research. Google Trends, come si può comprendere facilmente dal nome, permette di visionare i trend in crescita e decrescita in base al periodo selezionato.

Grazie a questo strumento messo a disposizione di Google in modo del tutto gratuito possiamo esplorare numerosi settori diversi anche su località diverse, impostando il periodo che ci interessa e analizzandone il trend. In questo modo possiamo scoprire nuove query di ricerca e tendenze in crescita ed effettuare una valutazione su queste. Possono essere argomenti che avranno successo in Italia? Possono essere articoli/ prodotti che raggiungeranno la nostra penisola?

Proprio per questa ragione google trends è un ottimo strumento per chi si occupa di affiliate marketing, perché permette di scoprire nuove nicchie di mercato sulle quali imporsi prima degli altri.

Migliorare l’esperienza utente

Tutti coloro che si occupano di posizionamento sui motori di ricerca devono curare anche l’esperienza utente, fondamentale per numerosi aspetti diversi. Rendere a tutti gli effetti una pagina piacevole, interessante e facilmente navigabile, sviluppando alcuni accorgimenti per migliorare l’esperienza dell’utente sul proprio sito, permette di migliorare la valutazione del lettore e di aumentarne la percezione della qualità dei contenuti mostrati.

L’esperienza utente può portare all’abbassamento della frequenza di rimbalzo e all’aumento del tempo di permanenza, può portare all’aumento delle conversioni e all’aumento dei visitatori di ritorno. Questo può permetterci di ottenere miglioramenti nel posizionamento e nel raggiungimento dei nostri obiettivi di marketing. Non dimentichiamoci inoltre che il dwell time viene fortemente preso in considerazione da Rankbrain, il sistema di machine learning integrato nell’algoritmo di Google nonché terzo fattore di posizionamento.

Per migliorare l’esperienza utente serve però comprendere cosa potrebbe rendere più piacevole il sito per il nostro utente e cosa giocherà questo ruolo un domani. L’integrazione dei video è stata una delle tecniche più consigliate per migliorare l’esperienza dell’utente, ed oggi guardando al futuro, potrebbe risultare un’operazione di successo dare maggior peso alla propria voce. Uno dei primi SEO a dare peso a questa possibilità è stato Emanuele Vaccari, che con il suo EVSEO PODCAST ha saputo intercettare l’esigenza di un pubblico sempre più impegnato e in movimento, che ora può ascoltare i suoi interessanti consigli mentre si muove ed esegue altre operazioni.

In seguito alla crescita esponenziale delle ricerche effettuate da mobile, l’uso di temi responsive sono stati un passaggio obbligato per migliorare l’esperienza dell’utente e della navigabilità del sito. Chi ha saputo comprendere fin da subito questa importanza ha ottenuto risultati migliori degli altri e in tempi più veloci. La stessa cosa dovrà avvenire adesso con l’exploit delle ricerche vocali, le nuove tecnologie e i nuovi modi di rapportarsi alle pagine web e di fruire i contenuti.

Il futuro della Link Building

In un articolo che tratta la SEO predictive non poteva certo mancare uno sguardo al futuro della link building, da 10 anni a questa parte in continua evoluzione. A venire incontro alle nostre analisi e previsioni predittive è un articolo redatto da searchenginewatch che tratta la principale evoluzione che potrà prendere questa attività, ovvero il significativo aumento di importanza per le menzioni prive di link.

La previsione secondo la quale l’algoritmo di Google concederà, e in parte già fa, sempre maggiore rilevanza alle citazioni senza link era già stata operata da alcuni SEO anche Italia, ma in pochi hanno voluto darvi ascolto. Chi però ha saputo cogliere questa occasione e ha già lavorato assecondando questa previsione, sono certo otterrà nel futuro miglioramenti davvero interessanti nei propri posizionamenti.

Conclusioni

Questa era in sintesi, quella che io definisco SEO Predictive, ovvero un approccio al posizionamento sui motori di ricerca che preveda una costante analisi della situazione circostante e delle possibili opportunità per il futuro. Il mondo e la tecnologia cambiano ad una velocità che spesso non riusciamo nemmeno a comprendere, ma per chi vuole occuparsi di marketing è fondamentale tenersi vigile, porsi domande e continuare ad informarsi e ad osservare ciò che lo circonda.

 

Come avrai avuto modo di comprendere, questo articolo non è stato scritto da Francesco Margherita, che ringrazio di cuore per l’opportunità che mi ha riservato, ma da me, ovvero Alvise Canal, un consulente SEO ossessionato dal Digital Marketing e dal posizionamento sui motori di ricerca.