SEO e Storytelling

by francesco 4.3K views0

Ultimo aggiornamento 18 Giugno 2020

seo storytelling
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Si parla del rapporto simbiotico tra l’ottimizzazione strutturale di un sito web e gli elementi narrativi del piano editoriale. Tecnica e cuore, codice ed emotività possono convivere?

Non sei mai veramente finito fino a quando hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla. Certo, sei anche sul web, quindi se la tua storia è veramente “buona” lo decidono gli utenti da un lato e Google dall’altro. Esiste un rapporto duale tra gli elementi dell’ottimizzazione SEO di pagina o strutturale e quelli narrativi. In un web fatto di persone, i cui “pezzi” vengono valutati e fatti rankare da un software, devi piacere sia alle persone che ai software. Semplice quanto vero.

 

Mettiamoci d’accordo

Una storia che spopola guadagnando migliaia di condivisioni e like, non è semplicemente un esercizio di stile, ma un elemento che per fortuna o per bravura riesce a toccare le corde giuste del tuo pubblico di riferimento (non lo chiamo mai target perché non sono un soldato). Ogni tanto sento dire che le strategie di comunicazione basate sullo storytelling sono tanto più efficaci quanto più si lavora negli ambiti conversazionali. Io penso che si tratti di capire bene come muoversi, ma che in generale siano veramente pochi i segmenti sui quali riterrei inutile o infruttuoso un buon piano editoriale il cui fil rouge contenga elementi narrativi strutturati.

 

Due arbitri

Qualche giorno fa scrivevo del fatto che Facebook riesce a rendere più visibili certi post, perché indipendentemente dal loro riscontro in termini di engagement, sa coglierne gli aspetti emozionali. Dal momento che il web chiede sostanzialmente informazioni ed emozioni, la mia riflessione era che Google non ci metterà molto (se non lo fa già) a studiare e implementare un algoritmo che sappia valutare l’ottimizzazione emozionale di un contenuto web. Quel che è certo è che in questo momento l’internet ha due arbitri che valutano aspetti diversi, ma ognuno vorrebbe entrare nell’ambito dell’altro, come dire che facebook vorrebbe più transazioni e Google più conversazioni

Puoi intendere lo storytelling in due modi diversi, il primo fa leva sul passato, il secondo sul presente.

 

Storytelling incentrato sul passato

È il racconto delle proprie o altrui esperienze di vita e/o professionali. È lo storytelling per eccellenza, quello in cui si cimentano tutti, o per lo meno tutti ci provano, indipendentemente dal fatto di avere o meno qualcosa da raccontare. Sviluppato bene genera un potere magnetico enorme, ma si tratta di strutturarne la comunicazione attraverso una buona content strategy, dove sai bene che per “content” si intende molto altro che il solo testo. Penso agli interventi di Oscar Farinetti, a quelli di Alex Giordano, grandi comunicatori, enormi racconta storie.

 

Storytelling incentrato sul presente

Questo è un ambito meno preso in considerazione, che secondo me ha molto da offrire in ottica SEO. È possibile “costruire” un racconto prendendo elementi pertinenti e già noti a Google per quanto riguarda il riscontro sociale? Cosa succederebbe se il nostro articolo menzionasse più argomenti e post pertinenti con un forte livello di engagement?

 

Conclusioni

Nessuna certezza sotto questo sole cocente di inizio settembre, ma per lo meno una traccia da seguire te l’ho passata. Nell’attesa che Google riesca a cogliere gli aspetti del racconto, tu prova a ricombinare e dargli in pasto ciò che sicuramente lo è, vale a dire topic dei quali si possa affermare che Google riconosca le caratteristiche tali da generare attenzione, emozioni ed engagement negli utenti. 

Stai a vedere…