Pagine Master e pagine Slave, si può orientare Google?

by francesco 4.1K views4

Ultimo aggiornamento 31 Dicembre 2017

Come far capire a Google quale pagina tra tutte quelle simili è quella da considerare per una certa parola chiave?

pagine master e slave
pagine master e slave

Se curi un blog, un giornale o un sito e-commerce, ti sarà certamente capitato di produrre articoli sullo stesso argomento, ottimizzati più o meno per le stesse chiavi di ricerca. Proviamo a fare qualche esempio:

 

Articoli del blog

Se curi un blog può certamente capitarti di ragionare per grappoli di articoli. Ciascun grappolo può essere composto da più articoli che trattano lo stesso tema in modo simile, magari sviluppando sfumature di significato. È il caso di Salvatore Aranzulla e del suo blog. Fai caso a come ad esempio tratta la keyword Antivirus gratis. Il contenuto che trovi posizionato per quella query in questo momento si chiama antivirus gratuiti e contiene nel sidebar i link a tutti gli articoli simili, in realtà spesso ottimizzati  per chiavi con search intent quasi (se non proprio) uguali.

Nota come per la query Antivirus gratis, la serp mostri un solo articolo da Aranzulla.it, quello ritenuto “master”, mentre per la query Antivirus migliore Google propone addirittura 3 risultati di Salvatore. In questo secondo caso non ha senso parlare di pagine master, perché Google può mostrare anche più contenuti dello stesso sito web a patto che lo ritenga utile.

Conclusioni: scrivi tranquillamente tutti gli articoli che vuoi su di un certo argomento e non preoccuparti del fatto he possano cannibalizzarsi l’un l’altro, a meno che non ci metti dentro esattamente le stesse cose (cosa che Salvatore non fa). Lascia scegliere a Google cosa fare, piuttosto abbi cura di sviluppare bene i link interni contestuali e chiaramente evita di dare proprio lo stesso titolo a due articoli diversi (banale, ma è meglio scriverlo, non si sa mai).

 

Articoli di giornale

Talvolta i giornali online pubblicano centinaia o addirittura migliaia di articoli sopra un certo argomento, nel giro di pochi mesi. Quando la mole è così vasta, gli articoli andrebbero archiviati sotto una categoria apposita (o un tag), non sviluppati sotto forma di grappolo privo di un vertice riconoscibile a livello strutturale. Se ad esempio il tema è il referendum costituzionale, svilupperei una category con questo titolo e le darei un testo introduttivo che esponga e spieghi il testo della riforma, seguito dagli ultimi articoli pubblicati. L’archivio può contenere paginazioni, tutte provviste di rel prev / next, oltre che di link canonical autoreferenziale. Nell’ottica di risparmiare risorse di scansione e in presenza di una tonnellata di articoli vecchi e non più rilevanti, escluderei i link alle paginazioni più vecchie, così da rendere di fatto inaccessibili dal sito web gli articoli che non interessano più. Questo sistema prevede che gli articoli rimangano al loro posto e non vengano messi in noindex, semplicemente ne accompagnamo il viaggio verso l’oblio rendendoli irraggiungibili dal sito web.

 

Prodotti ecommerce

Qui occorre fare molta attenzione. Di base saremmo portati a inserire un link canonical verso la categoria per tutti gli articoli molto simili tra loro. Prima di fare questo passo accertati che gli utenti non vadano a cercare proprio quel prodotto in particolare. Se ad esempio vendi rossetti, tieni presente che le donne non cercano “rossetti viola Pupa”, ma “rossetto pupa 45709”, perché le donne, anzi le “femmine” su queste cose sono precise, precisissime!

Per fortuna il canonical non è legge scritta nella pietra, ma solo un’indicazione di cui Google può non considerare. Hai capito bene, in caso di e-commerce, Google tende a decidere autonomamente qual è la pagina master e quali le pagine slave, tenendo certamente conto di come hai strutturato il sito web rispetto ai link interni (superficiali/profondi), ma guardando molto probabilmente al comportamento degli utenti sulle pagine del tuo sito web. Avrai visto certamente siti e-commerce che per una certa keyword si posizionano con un prodotto e non con la categoria che lo contiene, nonostante la categoria abbia un link dalla homepage. Da cosa dipende? Probabilmente dal fatto che Google trova quel singolo prodotto più interessante di tutto il resto.

In alternativa puoi provare a mettere in noindex tutti i prodotti uguali all’interno della categoria. Questa mossa è rischiosa, ma in pratica dice a Google che se vuoi arrivare ai prodotti devi passare per la category. Questo può spingerla in serp a patto che Google ti dia retta e faccia sparire dai risultati di ricerca i prodotti che hai messo in noindex, cosa che non sempre capita. Un ulteriore problema nel seguire questa strada è che il valore di eventuali backlink verso singoli prodotti in noindex non viene trasferito alla pagina di categoria, mentre da questo punto di vista il canonical consolida il segnale.

Detto questo, comunque nella vita io un esperimento col noindex per i prodotti di una category lo farei. Non sai mai che succede.

 

Conclusioni

Ancora una volta vince Google. Il mio suggerimento e cercare di forzare il meno possibile le decisioni che prende, anche perché una volta che ha deciso qual è la pagina master per una certa keyword è difficilissimo fargli cambiare idea spostando link interni. Tieni conto che un fattore che incide tanto sulla determinazione delle pagine master sono i backlink, soprattutto quelli con anchor text a chiave esatta, quelli pericolosi. Piuttosto cerca di fare un buon lavoro fin dall’inizio… e se hai domande sono qui, come sempre.