Intervista SEO: Maurizio Ceravolo

by francesco 2.6K views0

Ultimo aggiornamento 15 Novembre 2017

maurizio ceravolo
maurizio ceravolo

Maurizio Ceravolo è un vero appassionato. Nella comunità dei SEO non si fatica a trovarne, però Maurizio mi ha colpito perché ha quella “luccicanza” alla shining che gli consente di spaziare in modo trasversale su tutto il mondo della comunicazione web, senza apparire un tuttologo. Lo ringrazio di aver partecipato alla SEO intervista su Seogarden e auguro a tutti una felice settimana. 🙂

 

1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Il primo anno in cui ho iniziato ad avere a che fare con i motori di ricerca è stato nel 1996 o 1997 non ricordo bene. Rimasi fulminato dalla notizia datami da un mio amico, che c’era un sito che dava dello spazio gratuito per fare il proprio sito. Parliamo di Geocities.
In un pomeriggio studiai l’HTML e feci il mio primo sito. Il classico chi sono, i miei amici e qualche cazzatina 😀
A quel punto però lo dovevo far conoscere. Ed iniziai a pubblicarlo sulle varie directory.
In quel periodo Google, ancora non esisteva. C’era Yahoo. All’inizio ancora non c’erano crawler. Gli inserimenti nella directory erano manuali, ovvero c’era un cristiano che a manina verificava la richiesta e la inseriva. Potevano passare settimane.
Dopo vennero Altavista e Hotbot. E poco dopo arrivarono gli italiani Virgilio e Arianna.
Ancora non erano diffusi i linguaggi server side, se non gli ostici CGI, e quindi mi creavo i siti generando le pagine sul mio computer usando programmi scritti in c++. Feci siti enormi per allora, di decine migliaia di pagine. Mi ricordo che su certe parole chiave, tipo Font, su Arianna rankavano solo siti miei per centinaia di pagine. 😀
Non mi vorrei ricordare male, ma mi pare che nel 1999 o 2000 riuscivo a fare oltre centomila unici al mese. Un enormità per la diffusione di internet di allora.
Per migliorare la mia notorietà, iniziai a fare collaborazioni. In quegli anni nasceva un sito di mailing list, che si chiamava Buongiorno.it. Iniziava ad avere successo e partiva da un’idea banale. Ti iscrivevi alla newsletter ed ogni giorno ti inviava una mail con una battuta per iniziare la giornata con il sorriso. Li contattai, parlai con il fondatore, Mauro Del Rio, un ex ingegnere di Andersen Consulting (ora Accenture) e gli proposi di realizzare un programmino da installare nel tray di Windows che ogni mattina riportasse una delle battute del primo anno di Buongiorno. L’idea gli piacque e la realizzai. Andò molto bene. Il primo giorno avemmo oltre 5 mila download.
In quegli anni partivano anche siti, come HTML.it, ciao.com  o tuttogratis.
Ero lanciato pure io con qualche idea, e forse avrei potuto avere successo per il fatto che c’ero quando internet stava partendo in Italia.
Ma feci una scelta diversa.
Mi prendeva un sacco di tempo inseguire un sogno. Ma dovevo rimanere con i piedi per terra. Sospesi tutto, e cercai di focalizzare le energie sul terminare gli studi per laurearmi e sulla formazione, che mi faceva guadagnare i primi bei soldi (tanti soldi a dire la verità per uno studente). Per una combinazione di situazioni mi trovai a diventare docente per corsi di HP (si quella HP, Hewlett Packard) prima della laurea.
Mi laureai, il mio percorso professionale non fu unicamente sul web, ma abbandonai completamente i motori di ricerca.
Discorso che ripresi nel 2010, quando assieme ad Alessandro Ceci, il mio compagno di avventura da più di 10 anni, decidemmo di creare il sito per la nostra attività di freelance, che morì dopo meno di un anno per rinascere come il sito della nostra neonata società, ideativi.

PS: buongiorno.it ora è buongiorno.com e da un sitarello è diventata una società diffusa in varie nazioni e operante nelle telecomunicazioni mobili e parte del gruppo NTT DOCOMO (http://www.buongiorno.com/history).

2) Come hai imparato a fare SEO?

La domanda più corretta è come sto imparando a fare SEO.
Come ho detto prima, ho iniziato prima del 2000, quando neanche esisteva la parola SEO, facendo esperimenti. E poi ho ripreso il discorso nel 2010, cercando di leggere molto, continuando a fare esperimenti, ascoltando le idee degli altri professionisti.
C’è da dire che nella mia giornata di lavoro, la SEO non c’è sempre. Il mio mestiere è scrivere codice per realizzare strumenti che possano aiutare le aziende a migliorare i loro processi e la loro produttività. Se nell’ambito del progetto c’è anche un sito pubblico, allora c’è anche la SEO.
Il mio studio per aggiornarmi non è quindi solo dedicato alla SEO. Vorrei poter dedicare più tempo a questo argomento, anche per studiare testi universitari sull’Information Retrieval (il buon Enrico Altavilla me ne ha suggeriti un paio), ma ancora non ne ho avuto il tempo.

3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

La prima cosa che mi domanderei è come diavolo sono finito di notte in un vicolo buio con Matt Cutts.
Poi tirerei fuori il mio smartphone per fare luce con il led. E a quel punto mi proporrei di essere il suo Virgilio per uscire insieme
dagli inferi dal vicolo buio.
Per la strada gli chiederei di raccontarmi qualche cosa di quello che avviene dentro Google, dell’aria che si respira in una società tecnologica di quel calibro, quali sono le nuove idee che si stanno sviluppando nei loro laboratori di ricerca, che magari arriveranno fra qualche anno.
Sicuramente non gli farei nulla di cruento, come la domandamorbosamente cerca di invitare a fare. 😀
Non voglio fare l’italiano maleducato che se la prende con l’operatore allo sportello perché il servizio è pessimo. Matt Cutts è stato messo lì in quel ruolo, ma una persona da sola, non può essere causa del pessimo servizio di customer care, che Google ha in ogni suo prodotto. Per quella ci vuole una rivoluzione culturale aziendale.

4) Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?

<serio>Non ti saprei dire chi sono i 10 migliori seo italiani.  Migliori in base a che cosa? A come sanno rankare una parola chiave, al fatturato che riescono a generare, alla preparazione tecnica, alla popolarità sui social, alla professionalità? Potrei dare un primo giudizio solo lavorandoci assiduamente insieme. Ma anche così sarebbe assolutamente fallace. Ci vorrebbe una peer-review delle pubblicazioni come avviene in ambito scientifico per dare una classifica seria. Ed andrebbe fatta anche a doppio cieco, come avviene per la sperimentazione dei farmaci.
Inoltre essendo rientrato nell’ambiente da relativamente poco tempo, non conosco tutti, il mio primo evento è stato il Web Reevolution il 4 luglio, in pratica conosco, virtualmente, solo quelli che sono attivi su Google+. E dalle mie condivisioni si può vedere chi sono quelli che mi colpiscono di più. E sono tanti.</serio>
<cazzeggio>Se proprio devo fare dei nomi, allora scelgo io le regole della classifica. Voglio citare i migliori che appartengono a quello che è l’equivalente del gruppo Bilderberg (http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Bilderberg) per la SEO. Ovviamente sto parlando di SEO Sarcazzo. Ed i migliori di cui sto parlando sono Enrico Altavilla e Martino Mosna.</cazzeggio>

5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

Le condizioni ideali sono, in ordine sparso:
– Budget a disposizione

– Cliente disposto ad imparare e collaborativo

– Buon prodotto o servizio su cui occorre lavorare (pensa di lavorare sul sito ufficiale dell’iPhone, ti piace vincere facile ponzi ponzi po po po)
– Tempo adeguato
di contro le condizioni peggiori sono:
– per questo progetto non c’è budget, ma vedrai che al prossimo…
– cliente ansioso, che ti chiama pure la notte e il weekend, che lavora in maniera destrutturata e che cerca di far saltare la pianificazione del lavoro
– cliente furbetto del quartierino che cerca di dare la sola (alla romana) al cliente e al prossimo
– prodotto o servizio pessimo o peggio sola (sempre alla romana)
– mi serve per ieri
Non è un caso che i primi li ho messi in maiuscolo ed i secondi in minuscolo.

6) Quali software utilizzi per fare SEO?

Non sono un gran conoscitore prima, e un grande utilizzatore poi, di software. Oltre ai classici analytics e Webmaster Tools vari, uso qualche link checker tipo MajesticSeo, per scoprire cosa è stato fatto prima che arrivassi.
Poi se mi serve qualcosa, da bravo sviluppatore, prima mi scrivo il codice per il task che mi serve e poi vedo se c’era già qualcosa tramite Google. 😀

7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Al giovane professionista consiglio
– di studiare,
– di non cercare trucchetti, perché la vita lavorativa è lunga, e la reputazione personale o di un sito ci vuole poco a distruggerla.
– di cercare di migliorare sempre la propria preparazione teorica e matematica per avere gli strumenti per capire come funzionano le cose
– seguire tramite i social più professionisti possibile del settore, per capire cosa pensano, come agiscono, perché adottano certe scelte.
– leggere i contenuti che condividono. Sono stati filtrati tramite il loro know-how, potrebbe esserci qualcosa di utile ed interessante da imparare
– avere sempre un pensiero critico ed un approccio scientifico. Altrimenti la possibilità di farsi infinocchiare dall’equivalente SEO della Stamina è dietro l’angolo.