Intervista SEO: Jacopo Matteuzzi

by francesco 5K views0

Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

jacopo matteuzzi
jacopo matteuzzi

Eccovi la prima delle interviste ai SEO che ho raccolto in questi giorni, sulla scia della mia piccola lista dei migliori SEO italiani. Il primo (in ordine cauale) è Jacopo Matteuzzi, consulente web-marketing di Studio Samo

Rispondi tranquillamente, tua madre comunque non lo scoprirà 🙂

 

1)   In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Era il lontano 2005 quando conobbi un tizio e gli chiesi che lavoro faceva, lui: “faccio posizionamento sui motori di ricerca”; gli risposi sorridendo: “no dai, sul serio, che lavoro fai?”. Ero un giovane web deisgner in erba con velleità “creative”. Arrivato a casa cominciai a smanettare su Google (o era Altavista?), il perché me lo domando tuttora anche io.

2)   Come hai imparato a fare SEO?

Nel modo più sbagliato possibile, cioè da autodidatta. Se dovessi tornare indietro farei un buon corso-SEO. Il mio 😛

3)   Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Sono una persona corretta, perciò lo sfiderei ad un regolare duello. Naturalmente le regole le decido io e cambiano ogni 10 minuti a mio piacimento, così capisce come si sta “dall’altra parte”.

4)   Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?

Uh, domanda imbarazzante. Prima di tutto li giudico in base a due cose: se mi compare spesso la loro faccia in SERP e se mi piace come / quello che scrivono.

Stimo molto Enrico Altavilla. Il suo blog si chiama Low Level, ma è talmente di alto livello che mediamente capisco il 5% di quello che scrive; in compenso mi fa sbellicare il modo in cui scrive. Un raro esempio di come argomenti ultratecnici possano non necessariamente essere una palla tremenda. Non lo conosco personalmente.

Non posso non citare il “mostro sacro” Giorgio Tave, che conosco personalmente in quanto vive a Bologna come me. Con lui condivido una passione ben più importante del SEO, quella per il ristorante messicano di via Goito.

Mi piace anche il blog di Simone Righini e il suo approccio molto diretto e aperto. Da quello che vedo in SERP, direi che è di sicuro uno dei migliori SEO sulla piazza.

Ivano Di Biasi è anche per me uno dei maggiori esperti, e poi c’è Gianluca Fiorelli, uno dei pochi italiani riconosciuti a livello internazionale.

Poi c’è anche l’ottimo Francesco Margherita (ovviamente è una sviolinata per avere un link dofollow da Seogarden).

Ne restano quatto se non sbaglio. Per quelli accetto contanti o bonifico anticipato 😉

5)   Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

Quelle ideali sono:

a) il cliente capisce (anche a grandissime linee) che cos’è la “long tail”;

b) il cliente non ha un sito fatto da suo cugino (con i Lego);

c) il clente non ha un sito fatto con un CMS proprietario della Pinco Pallino Snc, Web Agency specializzata in software gestionali;

d) il cliente ha un sito fatto con uno dei seguenti CMS: WordPress, WordPress o WordPress (o al limite anche WP);

e) il cliente non si “dimentica” di pagarti.

Quelle peggiori sono l’opposto delle precedenti.

6)   Quali software utilizzi per fare SEO?

Ne utilizzo principalmente due, uno si chiama “Google”, l’altro si chiama “cervello”. Il primo funziona abbastanza bene, l’altro dipende dai giorni, ogni tanto si pianta. Entrambi sono gratis e non richiedono installazione. E’ consigliabile un utilizzo quotidiano, almeno tre volte al dì.

7)   Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Sei ancora in tempo per fare domanda in banca. Se proprio non ti prendono, prima di tutto impara a scrivere, non a programmare. In Italia c’è ancora la credenza (purtroppo diffusissima anche nelle HR) che per fare SEO si debba essere programmatori, un po’ come se per fare il pilota bisognasse saper montare i parafanghi. Molti miei colleghi pure sostengono questa tesi, personalmente ritengo che un buon SEO debba prima di tutto saper scrivere, poi capire le basi del marketing online, e per ultimo avere una infarinatura di HTML (che non è certo “programmare”).

Ah e poi seguire uno dei miei corsi, naturalmente 😉

E grazie

E prego!