Intervista SEO: Filippo Gruni

by francesco 3.7K views0

Ultimo aggiornamento 24 Luglio 2021

filippo gruni
filippo gruni

Filippo Gruni è CEO di Lotrek. Coordina diversi operatori sul marketing digitale a vari livelli, seguendo personalmente le strategie SEO e SEM per i clienti più importanti. Eccovi il racconto della sua esperienza.

In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Una piccola premessa è d’obbligo, la mia formazione scolastica è quasi totalmente umanistica, per me tutto ciò che riguarda il significato della parola e di una frase, così come di un segno, hanno un valore totale, allo stesso modo della curiosità professionale infinita che nutro verso la semiotica e la semantica. Per rispondere più precisamente alla domanda ho iniziato ad interessarmi alla SEO ben 16 anni fa (ora ne ho 32) e lo facevo con il mio umile blog di studenti.it, è risaputo che a quell’età si ha sempre un sacco di tempo, voglia ed energie per incastrarsi in situazioni che non si conoscono ma che si presuppone, in modo del tutto arrogante, di poter conoscere dopo poco (beata gioventù). Ho saltato professionalmente tutta quella fase di “vecchia SEO” riaffacciandomi definitivamente 5 anni fa e posso tranquillamente affermare che per me la SEO è diventata un punto fisso per migliorare la qualità del lavoro che svolgo in agenzia con un team di 20 persone che, purtroppo per loro, devono sottostare continuamente alle mie direttive e ramanzine. Comunque, per farla breve, ho iniziato come tutti probabilmente. Godevo nel vedere le statistiche aumentare e i form di contatti sfornare richieste, yeah.

Come hai imparato a fare SEO?

Devo ancora imparare a farla, sicuramente ho sviluppato un metodo tutto mio che ogni giorno (o quasi) viene messo in discussione, com’è giusto che sia. Ho saltato quella (ormai superata) fase di compravendita domini e PR perché ero troppo giovane e quindi non avevo progetti grossi da sviluppare. Nella nuova era della SEO il mio approccio è decisamente tecnico anche se la spinta in più mi è stata data dalla mia particolare attenzione per la User Experience e la progettazione dell’architettura dell’informazione. Inizialmente ho ottenuto ottimi risultati con siti statici, senza alcun CMS, poi sono passato all’utilizzo di CMS Open ma non ho mai proseguito, sono un purista a cui piace sviluppare in toto un progetto e quindi ho ideato, assieme all’Agenzia di cui sono fondatore, un CMS proprietario strutturato secondo quelle che sono e mie visioni SEO.

Cosa faresti a Matt Cutts (o chi per egli) se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Bah, a me manca quel faccione a saputello che se la rideva a suon di depistaggi e baggianate. Sicuramente gli rinfaccerei e non poco la questione dell’Autorship che è stata decisamente patetica. Ci hanno bombardato per mesi e poi in un giorno, PUF! Ma fa parte del gioco, una persona intelligente che lavora in ottica SEO deve sapere a cosa dare importanza e su cosa sorvolare (o avere innumerevoli dubbi). Quello che conta è il saper interpretare le situazioni al di là della propria comfort zone. Io mi faccio sempre una domanda: Cosa farebbe Mr Google per preservare l’importanza e la genuinità del suo motore di ricerca?

Quali SEO italiani ti hanno ispirato? In base a cosa li giudichi?

Devo dire che mi è piaciuto moltissimo l’approccio diMarco Maltraversi. Un approccio tecnico, chiaro e pieno di riferimenti concreti. A molti esperti SEO che lavorano in Italia devo fare una piccola critica, parlano troppo senza Case Studies e senza andare nello specifico, forse c’è un po’ di paura nel condividere. Quindi, purtroppo, ammetto che mi dedico molto più alla community USA, decisamente più efficace. Giudico un professionista da come si relaziona con gli altri e da quanto mostra di suo a chi lo ascolta, parlare sempre di situazioni che non lo riguardano direttamente non mi impressiona, per niente.

Cos’è veramente la SEO?

Per me la SEO è l’arte di realizzare un sito web perfetto dal punto di vista dell’esperienza utente. Non sono un esperto di SEO che riesce ad imbastire una strategia di Link building tale da produrre 10.000 visite al giorno verso un sito che ne faceva 100, non sono così. Io utilizzo la SEO come linee guida di creazione di TUTTI i progetti web a cui prendiamo parte come agenzia. Ho sviluppato un mio template di lavoro che puntualmente passo al Project Manager che a sua volta deve affidare i vari compiti al team di sviluppo. Per me non esiste più l’esperto SEO, o meglio,l’esperto SEO è diventato il project manager, il digital strategist, che deve coordinare un team di programmatori backend, copy, analisti e frontend per realizzare un progetto perfetto. Questa è la SEO, l’arte di fare i siti web. Per quanto mi riguarda è impensabile che una sola persona possa gestire un intero progetto di SEO, tutto deve essere impostato con un team composto da 4/6 persone, molto dipende dal budget, altamente specializzate nel loro compito, l’era dei tuttologi è finita a meno che non siano diventati project manager, ovviamente.

Una delle situazioni più belle e appaganti è quando vedo il copy che lavora ad un blog aziendale, chiedere al nostro analista su quali argomenti andare a scrivere e l’analista che si interfaccia con l’account per capire se il nostro cliente ha prodotti o servizi stagionali, idee commerciali o chissà cosa… Insomma, il lavoro di squadra ha sempre un’energia inarrivabile (quando funziona).

Quali software utilizzi per fare SEO?

Lavorando in agenzia utilizziamo sicuramente più strumenti, chi si occupa di Analisi e reportistica alternaSemrush con Powersuite. Adesso stiamo valutando di provarne altri, magari più consoni al mercato italiano, ma fino ad ora non c’è mancato niente e solitamente la squadra che vince non si cambia. Il resto lo integriamo con tool sviluppati internamente da noi, uno molto utile che divide una lista di keyword per gruppi semantici, individuando, per ogni gruppo, una keyword leader, il suo volume medio di ricerca e la difficoltà. Piccoli strumenti programmati da noi che semplificano il lavoro di tutti giorni. Ma se proprio devo scegliere uno strumento sopra tutti devo dire che l’occhio sveglio e una mente flessibile e scattante sono alla base di questo lavoro che non può dare da mangiare a chi ha un pensiero rigido e totalmente logico.

Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Questa domanda mi piace tanto, talmente tanto che la vorrei cambiare in “Quali consigli daresti ad un seofita per affrontare un colloquio in agenzia?”

A Marzo abbiamo fatto dei colloqui per un responsabile web marketing, quindi non un puro specialista SEO ma una figura abbastanza eclettica. Su 37 colloqui solo 5 personesi sono dimostrate in grado di dare una definizione precisa della SEO. Ho notato una confusione totale, specialmente da parte di chi, come mestiere vorrebbe lavorare sui social ma è disposto anche a fare SEO – tanto se si tratta di contenuti… – questa è stata la risposta più presente. Quello che vo dicendo da un po’ di tempo è che per molti giovani che si affacciano ad un mondo del lavoro relativamente nuovo per l’Italia dove ci sono i “vecchi” consulenti SEO che stanno 10 metri sopra tutti (tutto da verificare…) e i nuovi che arrancano come zanzare ebbre in cerca di una luce più forte dell’altra, risulta molto difficile avere una visione delineata di questo lavoro. Vedo che chi lavora bene, solitamente lavora sul serio, si rimbocca le maniche e inizia con qualche progetto personale. La cosa che più mi ha fatto riflettere è che molte persone che hanno svolto il colloquio, quando gli ponevo la domanda – Hai mai preso parte a lavori sulla SEO? – solitamente rispondevano – No, ma posso imparare – questa risposta è la peggiore che potessero darmi. Perché se un ragazzo o una ragazza di 25-27 anni non ha mai trovato del tempo per iniziare un suo progetto e toccare con mano questo mondo poco definibile, non sarà mai la persona giusta per lavorare in questo settore. “Fare o non fare. Non c’è provare” cit.

Quindi se qualcuno che leggerà questa roba volesse provare a cercare posto in agenzia, non siate vaghi, non siate tuttologhi, non siate poco definibili. Non potete puntare tutto sulla vostra disponibilità e capacità di apprendimento, quello dovrebbe essere un surplus. Per prima cosa iniziate a lavorare, e sicuramente sarete persone professionalmente più interessanti. Infine, non cercate di rimanere in tanti settori diversi, se vi piacciono i social media, lavorate su quelli, la SEO è tutt’altro (e viceversa).

Un saluto e un yeah a tutti…