Intervista SEO: Alessio Pomaro

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Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

alessio pomaro
alessio pomaro

Alessio Pomaro è un SEO interessante perché tra cultura zen, yoga ed ingegneria informatica, ha un approccio completo e uno sguardo fresco sul nostro mondo, oltre che un’attenzione e una puntualità che dovrebbero contraddistinguerci tutti. Ringrazio Alessio per quest’intervista e auguro a chi riprende oggi, un sereno nuovo anno lavorativo. Per tutti gli altri se ne riparla il prossimo lunedì.

 

1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Mi occupo di web dal lontano 2004, anno in cui mi laureai in ingegneria informatica. 

La mia formazione di base è quella di sviluppatore: durante il tirocinio universitario, iniziai a produrre i primi progetti basati su tecnologia LAMP. Da quel momento non ho più lasciato il mondo del web.

La scintilla per “tutto ciò che ruota intorno alle SERP”, e soprattutto per il posizionamento nei motori di ricerca, si accende più tardi, nel 2008 dopo aver installato ed iniziato ad utilizzare WordPress per realizzare un blog che è tuttora attivo. In quel periodo, il progetto WordPress puntava a fare sul serio ed il mondo stava iniziando a conoscerlo. Per me, è stato amore a prima installazione 🙂

Ogni giorno mi impegnavo nel creare contenuti e studiare strategie per ottenere dei posizionamenti interessanti.

Ricordo ancora la sensazione “rimbalzante” tra gioia e delusione il giorno in cui, grazie ad una manovra particolare, ottenni un numero talmente elevato di visite da “abbattere” un virtual server per mezza giornata (per mancanza di risorse) 🙂 

Quel “prurito”, quella ricerca di primeggiare nelle serp è ancora viva, ed è quello che mi fa amare quello che faccio.

2) Come hai imparato a fare SEO?

La mia scuola di SEO è stata la “strada”. Ho imparato sul campo, leggendo e studiando tutto il materiale possibile, mettendolo in pratica, osservando i risultati e “correggendo il tiro”. 


Essendo uno sviluppatore, e quindi avendo sempre righe di codice sotto mano, mettere in pratica la “SEO on-site” non è mai stato un problema.

Nel tempo, successivamente, ho avuto la fortuna di poter seguire delle lezioni, e di collaborare con esperti del settore, raffinando ulteriormente la tecnica ed imparando degli approcci alla “SEO off-site” (più delicata, a causa di implicazioni esterne).

Oggi, cerco di rimanere sempre aggiornato sull’evoluzione di questa realtà sempre “in movimento” e continuo a sperimentare.
Ritengo che ognuno debba cogliere fondamenti ed insegnamenti da più fonti possibili, e successivamente, con l’esperienza cercare di mettere a punto il proprio metodo.

3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Beh, di certo mi farei offrire qualche birra… o, se siamo in Veneto, qualche spritz 🙂 A fine serata, un po’ “allegri”, lo convincerei a farmi inserire un guest post sul suo blog con un bel backlink 🙂

Scherzi a parte, la domanda è lievemente faziosa (“vicolo buio”, “senza telecamere” 🙂 ), ma io non nutro odio verso il mio amico Matt: lo tengo d’occhio, ragiono su quello che comunica, mi confronto con altri operatori del settore e cerco di usare del buon senso.

Gli direi che secondo me la politica del terrore non è necessaria, di considerare i webmaster come degli alleati per migliorare il sistema e non come dei “furbi” da tenere a bada. Inoltre proporrei di eliminare la considerazione dei link nell’algoritmo di ranking e di partecipare più attivamente alla generazione di standard attraverso il W3C, visto che Google ne fa parte.

Ah, comunque, l’ultima volta che mi sono trovato di notte, in un vicolo buio e senza telecamere con Matt, gli ho consigliato di fare una bella vacanza.. dopo tutto questo tempo sulla cresta dell’onda ci vuole!
Come avrete sentito dalle sue dichiarazioni, mi ha ascoltato 🙂

4) Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?

Questa domanda è davvero difficile. Difficile perché a me non piace avere dei  “preferiti” ai quali riferirmi in maniera cieca. 

E’ come se mi chiedessi: “quali sono i migliori 10 generi musicali”? Risponderei che per me non esistono generi: valuto le emozioni che ogni canzone sa evocare, rientrando o meno nelle mie corde.

Tornando nel nostro campo semantico, potrei dire se un intervento o un post mi ha colpito o meno (e questo implica che stiamo valutando coloro che scrivono su un blog e che fanno da relatori ad eventi), ma non posso definire i 10 migliori in senso assoluto.

È, in un certo senso, un “vivere alla giornata”.

So che mi stai “odiando” perché pensi che non voglia sbilanciarmi..
ma posso dire che comunque apprezzo sempre il lavoro di Giorgio Taverniti (che ho a mia volta intervistato) che sa comunicare i concetti in maniera incredibilmente efficace, Andrea Pernici, che ha dei punti di vista sempre interessanti (su alcuni concetti mi ha “aperto un mondo”), Fabio Sutto e Francesco Tinti, con i quali ho avuto la fortuna di collaborare, Luca Bove, per tutto ciò che ruota attorno alla local SEO, Enrico Altavilla e Marco Quadrella, sempre illuminanti.

5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

Cerco di fare una sorta di “lista” degli ingredienti che (per me) determinano le condizioni di lavoro ideali.

1) La fiducia: sei il cliente si fida e ti lascia esprimere sarà più semplice “fare tuo” il progetto, studiando l’argomento e facendo un’analisi approfondita. 

2) Un cliente ricettivo e consapevole delle potenzialità del web, in grado di comprendere fin da subito che la cooperazione, in questo ambito, è determinante.

3) Un team di collaboratori competente.

4) La possibilità di utilizzare strumenti adeguati.

5) Un budget coerente con l’obiettivo concordato.

Beh, le peggiori.. il cliente che vuole posizionarsi a tutti i costi con la sua lista di parole chiave, le quali, chiaramente, non derivano da un’analisi ponderata.

Collaborare con chi pretende variazioni giornaliere in SERP e non comprende che la SEO è fatta di azione, monitoraggio e correzione costanti.

Utilizzare strumenti non adeguati in combinazione con un team non competente. Un esempio: CMS proprietario + sviluppatori non all’altezza dei miglioramenti richiesti.

6) Quali software utilizzi per fare SEO?

Sinceramente utilizzo pochi software. Ho realizzato un post dal titolo “I migliori SEO tools gratuiti che il web ci mette a disposizione” (http://www.alessiopomaro.com/migliori-seo-tools-gratuiti/) sul mio blog in cui ne parlo. Chiaramente, per una questione di comodità e di completezza, di qualcuno dei servizi recensiti utilizzo la versione a pagamento.

Infine, integro il tutto con alcuni software per il monitoraggio dell’andamento del posizionamento delle parole chiave che faccio “girare” su un server dedicato, ed alcuni sistemi da me realizzati.

Tuttavia, mi ritengo un “animale da SERP”.. software o non software, è la serp che parla ed io cerco di ascoltarla con massima attenzione.

7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

La risposta a questa domanda è in parte in tutte quelle precedenti. Riassumendo, ad un “seofita” consiglierei di studiare, ma soprattutto di sperimentare, non affidandosi ad uno o all’altro “guru”. 

Un buon SEO, secondo me, deve conoscere l’HTML ed il CSS, le basi di programmazione, ed anche saper scrivere correttamente. 

Perché conoscere l’HTML, il CSS e i metodi di sviluppo se devo fare il SEO e magari il mio lavoro si conclude con un’analisi? Perché, per comunicare in maniera efficace con i tecnici che dovranno eseguire gli interventi, è fondamentale utilizzare lo stesso linguaggio. 

Da sviluppatore, l’ho vissuto in prima persona e garantisco che questa accortezza, oltre ad aumentare la qualità del lavoro, fa risparmiare tempo e denaro.

Chiudo con un concetto importante che spesso viene trascurato e che mi sta a cuore.. non fossilizziamoci su software ed analizzatori esoterici: la SEO nasce dalla strategia e dalla capacità di chi la esegue; i software ed i “tecnicismi”, permettono di raffinare il risultato, ma non rappresentano il “core” dell’azione. Idee chiare prima di tutto!