Come fare SEO per un blog aziendale (e quando non farla)
by 1 Settembre 2025 18:140
Ultimo aggiornamento 1 Settembre 2025
Lo dico senza giri di parole: il blog aziendale non è un obbligo morale. È uno strumento. Se i conti non tornano tra costi, canali e probabilità di clic, meglio non piantare nuovi semi in un terreno che non irrigherai.

Prima ti spiego come farla bene. Poi, con esempi chiari, quando conviene e quando no (anche per via delle AI Overviews di Google, che in varie aree—Italia inclusa—sono ormai realtà e possono comprimere i clic organici). blog.google – Google Support
1) Linee guida: SEO del blog che fa davvero il suo lavoro
A. Strategia prima dei contenuti (no, non è la solita frase fatta)
- Obiettivo misurabile: lead, vendite, Iscrizioni a demo/newsletter, richieste di preventivo. Fissa il North Star Metric.
- Pillar & cluster: 3–6 pilastri tematici legati a problemi e desideri vicini alla tua offerta. Ogni pillar = pagina hub + 8–15 articoli cluster che linkano internamente in modo esplicito (CTA editoriali, non solo breadcrumb).
- Intento di ricerca: mappa TOFU/MOFU/BOFU e format adeguato (guida, checklist, confronto, caso d’uso, calcolatore).
B. Scelta dei topic con SERP Risk Score
Valuta ogni idea con punteggio 0–5 sui seguenti fattori:
- Presenza AI Overviews sulla SERP target (0 assente, 5 sempre in cima);
- Densità di feature (People Also Ask, snippet, video, recensioni);
- Brand fit (sei credibile su quel tema?);
- Vicino alla conversione (BOFU/MOFU alto = punteggio migliore);
- Differenziabilità (dati proprietari, esempi, tool/calcolatori, studi di caso).
Se il totale < 12/25, archivia o riformula.
Nota: le AI Overviews, dove visibili, hanno mostrato una riduzione media del CTR sulle query informative (studi indipendenti parlano di cali nell’ordine del 30% sul primo risultato, con variabilità per posizione e presenza di altri elementi SERP). Traduzione: la torta di clic si è ristretta. Ahrefs – Search Engine Land – Pew Research Center
C. On-page che spinge (e converte)
- Titolo H1 “a promessa” + subhead orientata al “per chi/perché”.
- Intro chirurgica: problema → impatto → soluzione → CTA di “prossimo passo”.
- Struttura a blocchi: sezioni brevi, elenchi, box “pro/contro”, tabelle comparativa (se servono).
- CTA visibili e coerenti con l’intento (demo, preventivo, prova prodotto, lead magnet specifico dell’articolo).
- Schema markup (Article/FAQ/HowTo), inLanguage, dati di prodotto/offer quando rilevanti. Le best practice SEO restano valide anche con le AI features. Google for Developers
- Internal linking intenzionale: da cluster → pillar → pagine commerciali. Ogni articolo deve “passare palla”.
D. Multicanale & (spesso) multimodale
- Un contenuto, più formati: articolo + short video (embed YouTube), slides/PDF, audio (mini-pod).
- Distribuzione: newsletter, LinkedIn (carosello), snippet su Instagram/TikTok, community, PR di settore.
- Reutilizzo intelligente: aggiorna trimestralmente i top performer, integra dati proprietari e customer stories.
Se il blog vive isolato, non rende. Se lo innesti in un ecosistema di canali e formati, diventa un acceleratore di conversioni.
2) Workflow operativo (80/20)
- Ricerca di domanda: GSC + keyword gap + analisi SERP (valuta AI Overviews & feature).
- Prioritizzazione con il tuo SERP Risk Score e vicinanza al business.
- Brief: angolo unico (dati, esempi, tool, checklist).
- Produzione: writer + SME (Subject Matter Expert) + revisione SEO.
- Conversion design: CTA, form, lead magnet, retargeting tag.
- Pubblicazione & distribuzione sui canali prioritari.
- Misura & migliora: CR per articolo, assist attribution, tempo alla conversione, share of voice per cluster.
3) Quando conviene fare SEO sul blog (esempi concreti)
- B2B con ciclo medio-lungo: guide MOFU/BOFU che risolvono problemi operativi (es. “modello RFP + checklist di valutazione fornitore”) e puntano a demo/contatto vendite. Le AI Overviews qui di solito riassumono, ma l’utente serio clicca per approfondire template, processi e casi reali (differenziabilità alta). Google Support
- E-commerce soluzioni complesse: comparativi tecnici, tabelle compatibilità, calcolatori (taglie, resa, ROI). Gli snapshot AI rispondono a domande generiche; tu vinci con strumenti e decision-support.
- Settori regolati o con variabilità locale: normative, procedure, checklist aggiornate e contestualizzate al mercato (qui l’autorevolezza/aggiornamento batte la risposta generica).
- Brand che possiede dati unici: studi originali, benchmark, failure story (contenuto non facilmente “riassumibile” senza clic).
4) Quando non conviene (o va limitata)
- Top-of-funnel puramente informativo e iper-commoditizzato: “cos’è X”, “quanto misura Y”, “come si dice Z”… risultati dove le AI Overviews e altri elementi SERP drenano clic in modo evidente. In vari studi, i clic scendono sensibilmente quando l’Overview domina il primo schermo. Ahrefs – Search Engine Land
- Brand senza canali di amplificazione: se non hai newsletter, social attivi, community o budget distribuzione, l’articolo vive e muore in SERP.
- Temi lontani dal prodotto (vanity traffic): visite non qualificate, tasso di conversione nullo, costo opportunità alto.
- Mancanza di owner: senza chi aggiorna, ottimizza e ridistribuisce, il giardino ingiallisce.
5) Come gestire AI Overviews in pratica (senza farsi paranoie)
- Mappa dove compaiono sulle tue query target (per mercato/lingua: in Italia e in altre nazioni europee l’espansione è avvenuta nel 2025, con rollout progressivi). blog.google – Google Support
- Evita i topic da “riassuntino”: prediligi dove puoi offrire asset utilizzabili (tool, template, checklist stampabile, video demo).
- Alza la soglia di clic: blocchi “scaricabile” (PDF, foglio di calcolo), visual e video embedded che promettono valore extra rispetto allo snippet AI.
- Punta BOFU: integra confronti, case study, ROI, integrazioni reali—materiale che l’Overview non replica bene.
- Titoli/angle “anti-commoditizzazione”: esempi con numeri, contesti, errori reali, dataset proprietari.
6) KPI che contano (oltre al traffico)
- Conversion rate per articolo e assisted conversions (lookback 30–90 gg).
- Lead quality (SQL/MQL, win rate).
- Tempo alla conversione e touchpoint (multicanale).
- Share of voice per cluster e salute interlinking (click interni, scroll depth).
- % di contenuti che generano clic anche in SERP con AI Overviews (la tua metrica anti-erosione). Ahrefs – Search Engine Land
7) Decisione rapida: fai/ non fare SEO del blog
Fallo se:
- hai canali di distribuzione attivi, un owner editoriale, e topic vicini alla conversione;
- puoi offrire asset unici (tool, dati, casi) e presidiare il cluster con costanza;
- accetti che, in SERP con AI Overviews, vinci con valore differenziato e non con il “cos’è X”. Google for Developers
Rimanda se:
- il piano è 90% TOFU “enciclopedico”;
- nessuno curerà aggiornamenti e distribuzione;
- il budget serve a canali più diretti (paid, email, partner) con ROI migliore subito.
Metafora finale (dosaggio controllato): se il blog è l’orto, la distribuzione è l’irrigazione a goccia. Senza quella, anche i semi migliori fanno la fine del prezzemolo sul balcone in agosto.
Conclusione schietta
Il blog aziendale funziona se è progettato per accelerare la conversione dentro una strategia multicanale e multimodale. Con le AI Overviews diffuse (anche in Italia), la partita si vince su formati utili, dati proprietari, casi reali e un funnel integrato. Il resto è rumore. blog.google – Google Support
Serve una mano pratica?
Vuoi capire se ti conviene investire sul blog (e dove farlo rendere nonostante le AI Overviews)?
Scrivimi, posso aiutarti a selezionare i topic che portano vendite, progettare pillar/cluster, integrare formati e canali e mettere in piedi un monitoraggio KPI-first.
👉 Consulenza per blog aziendali – Francesco Margherita (Seogarden.net).
Ti dico cosa fare anche quando la risposta è “non farlo adesso.”