Come fare SEO per un blog aziendale (e quando non farla)

by francesco 0

Ultimo aggiornamento 1 Settembre 2025

Lo dico senza giri di parole: il blog aziendale non è un obbligo morale. È uno strumento. Se i conti non tornano tra costi, canali e probabilità di clic, meglio non piantare nuovi semi in un terreno che non irrigherai.

come fare SEO per un blog aziendale
come fare SEO per un blog aziendale

Prima ti spiego come farla bene. Poi, con esempi chiari, quando conviene e quando no (anche per via delle AI Overviews di Google, che in varie aree—Italia inclusa—sono ormai realtà e possono comprimere i clic organici). blog.google – Google Support


1) Linee guida: SEO del blog che fa davvero il suo lavoro

A. Strategia prima dei contenuti (no, non è la solita frase fatta)

  • Obiettivo misurabile: lead, vendite, Iscrizioni a demo/newsletter, richieste di preventivo. Fissa il North Star Metric.
  • Pillar & cluster: 3–6 pilastri tematici legati a problemi e desideri vicini alla tua offerta. Ogni pillar = pagina hub + 8–15 articoli cluster che linkano internamente in modo esplicito (CTA editoriali, non solo breadcrumb).
  • Intento di ricerca: mappa TOFU/MOFU/BOFU e format adeguato (guida, checklist, confronto, caso d’uso, calcolatore).

B. Scelta dei topic con SERP Risk Score

Valuta ogni idea con punteggio 0–5 sui seguenti fattori:

  1. Presenza AI Overviews sulla SERP target (0 assente, 5 sempre in cima);
  2. Densità di feature (People Also Ask, snippet, video, recensioni);
  3. Brand fit (sei credibile su quel tema?);
  4. Vicino alla conversione (BOFU/MOFU alto = punteggio migliore);
  5. Differenziabilità (dati proprietari, esempi, tool/calcolatori, studi di caso).
    Se il totale < 12/25, archivia o riformula.

Nota: le AI Overviews, dove visibili, hanno mostrato una riduzione media del CTR sulle query informative (studi indipendenti parlano di cali nell’ordine del 30% sul primo risultato, con variabilità per posizione e presenza di altri elementi SERP). Traduzione: la torta di clic si è ristretta. Ahrefs – Search Engine Land – Pew Research Center

C. On-page che spinge (e converte)

  • Titolo H1 “a promessa” + subhead orientata al “per chi/perché”.
  • Intro chirurgica: problema → impatto → soluzione → CTA di “prossimo passo”.
  • Struttura a blocchi: sezioni brevi, elenchi, box “pro/contro”, tabelle comparativa (se servono).
  • CTA visibili e coerenti con l’intento (demo, preventivo, prova prodotto, lead magnet specifico dell’articolo).
  • Schema markup (Article/FAQ/HowTo), inLanguage, dati di prodotto/offer quando rilevanti. Le best practice SEO restano valide anche con le AI features. Google for Developers
  • Internal linking intenzionale: da cluster → pillar → pagine commerciali. Ogni articolo deve “passare palla”.

D. Multicanale & (spesso) multimodale

  • Un contenuto, più formati: articolo + short video (embed YouTube), slides/PDF, audio (mini-pod).
  • Distribuzione: newsletter, LinkedIn (carosello), snippet su Instagram/TikTok, community, PR di settore.
  • Reutilizzo intelligente: aggiorna trimestralmente i top performer, integra dati proprietari e customer stories.
    Se il blog vive isolato, non rende. Se lo innesti in un ecosistema di canali e formati, diventa un acceleratore di conversioni.

2) Workflow operativo (80/20)

  1. Ricerca di domanda: GSC + keyword gap + analisi SERP (valuta AI Overviews & feature).
  2. Prioritizzazione con il tuo SERP Risk Score e vicinanza al business.
  3. Brief: angolo unico (dati, esempi, tool, checklist).
  4. Produzione: writer + SME (Subject Matter Expert) + revisione SEO.
  5. Conversion design: CTA, form, lead magnet, retargeting tag.
  6. Pubblicazione & distribuzione sui canali prioritari.
  7. Misura & migliora: CR per articolo, assist attribution, tempo alla conversione, share of voice per cluster.

3) Quando conviene fare SEO sul blog (esempi concreti)

  • B2B con ciclo medio-lungo: guide MOFU/BOFU che risolvono problemi operativi (es. “modello RFP + checklist di valutazione fornitore”) e puntano a demo/contatto vendite. Le AI Overviews qui di solito riassumono, ma l’utente serio clicca per approfondire template, processi e casi reali (differenziabilità alta). Google Support
  • E-commerce soluzioni complesse: comparativi tecnici, tabelle compatibilità, calcolatori (taglie, resa, ROI). Gli snapshot AI rispondono a domande generiche; tu vinci con strumenti e decision-support.
  • Settori regolati o con variabilità locale: normative, procedure, checklist aggiornate e contestualizzate al mercato (qui l’autorevolezza/aggiornamento batte la risposta generica).
  • Brand che possiede dati unici: studi originali, benchmark, failure story (contenuto non facilmente “riassumibile” senza clic).

4) Quando non conviene (o va limitata)

  • Top-of-funnel puramente informativo e iper-commoditizzato: “cos’è X”, “quanto misura Y”, “come si dice Z”… risultati dove le AI Overviews e altri elementi SERP drenano clic in modo evidente. In vari studi, i clic scendono sensibilmente quando l’Overview domina il primo schermo. Ahrefs – Search Engine Land
  • Brand senza canali di amplificazione: se non hai newsletter, social attivi, community o budget distribuzione, l’articolo vive e muore in SERP.
  • Temi lontani dal prodotto (vanity traffic): visite non qualificate, tasso di conversione nullo, costo opportunità alto.
  • Mancanza di owner: senza chi aggiorna, ottimizza e ridistribuisce, il giardino ingiallisce.

5) Come gestire AI Overviews in pratica (senza farsi paranoie)

  1. Mappa dove compaiono sulle tue query target (per mercato/lingua: in Italia e in altre nazioni europee l’espansione è avvenuta nel 2025, con rollout progressivi). blog.google – Google Support
  2. Evita i topic da “riassuntino”: prediligi dove puoi offrire asset utilizzabili (tool, template, checklist stampabile, video demo).
  3. Alza la soglia di clic: blocchi “scaricabile” (PDF, foglio di calcolo), visual e video embedded che promettono valore extra rispetto allo snippet AI.
  4. Punta BOFU: integra confronti, case study, ROI, integrazioni reali—materiale che l’Overview non replica bene.
  5. Titoli/angle “anti-commoditizzazione”: esempi con numeri, contesti, errori reali, dataset proprietari.

6) KPI che contano (oltre al traffico)

  • Conversion rate per articolo e assisted conversions (lookback 30–90 gg).
  • Lead quality (SQL/MQL, win rate).
  • Tempo alla conversione e touchpoint (multicanale).
  • Share of voice per cluster e salute interlinking (click interni, scroll depth).
  • % di contenuti che generano clic anche in SERP con AI Overviews (la tua metrica anti-erosione). Ahrefs – Search Engine Land

7) Decisione rapida: fai/ non fare SEO del blog

Fallo se:

  • hai canali di distribuzione attivi, un owner editoriale, e topic vicini alla conversione;
  • puoi offrire asset unici (tool, dati, casi) e presidiare il cluster con costanza;
  • accetti che, in SERP con AI Overviews, vinci con valore differenziato e non con il “cos’è X”. Google for Developers

Rimanda se:

  • il piano è 90% TOFU “enciclopedico”;
  • nessuno curerà aggiornamenti e distribuzione;
  • il budget serve a canali più diretti (paid, email, partner) con ROI migliore subito.

Metafora finale (dosaggio controllato): se il blog è l’orto, la distribuzione è l’irrigazione a goccia. Senza quella, anche i semi migliori fanno la fine del prezzemolo sul balcone in agosto.


Conclusione schietta

Il blog aziendale funziona se è progettato per accelerare la conversione dentro una strategia multicanale e multimodale. Con le AI Overviews diffuse (anche in Italia), la partita si vince su formati utili, dati proprietari, casi reali e un funnel integrato. Il resto è rumore. blog.google – Google Support


Serve una mano pratica?

Vuoi capire se ti conviene investire sul blog (e dove farlo rendere nonostante le AI Overviews)?
Scrivimi, posso aiutarti a selezionare i topic che portano vendite, progettare pillar/cluster, integrare formati e canali e mettere in piedi un monitoraggio KPI-first.

👉 Consulenza per blog aziendali – Francesco Margherita (Seogarden.net).
Ti dico cosa fare anche quando la risposta è “non farlo adesso.”