SEO multilingua, quello che le agenzie non dicono
by 1 Settembre 2025 17:340
Ultimo aggiornamento 1 Settembre 2025
Lo dico subito: non sempre ti conviene.
Molti colleghi ti diranno “almeno 4 lingue e via”. È un classico: più lingue = più ore = più fatturato.
Un consulente SEO coscienzioso, invece, è quello che ti dice “no, adesso non farlo” quando i numeri non reggono. Io sono quel tipo di consulente.

Procediamo con ordine: prima valutazione, poi checklist, poi roadmap pratica. Senza zucchero a velo.
Prima domanda: ti serve davvero il multilingua?
Vai oltre l’istinto “espandiamoci”. Fai queste verifiche prima di toccare il CMS.
Segnali che indicano che ha senso:
- Domanda esistente: ricerche organiche e branded da Paesi specifici ≥ 15–20% del traffico totale (o crescita ≥ 5% mese su mese da 3+ mesi).
- Margini e logistica: puoi spedire, gestire resi, tasse e customer care nel/nei Paesi target in modo profittevole.
- Catalogo adatto: almeno 70% del catalogo è vendibile senza barriere legali, di certificazione o di garanzia locale.
- Competitor scopribili: esistono player locali posizionati che dimostrano domanda (SERP popolata = mercato vivo).
- Budget di mantenimento: non solo setup; puoi coprire traduzioni + QA + link earning + ops per 12 mesi.
Semaforo rosso (rimanda il progetto) se:
- La domanda estera è “rumore” (poche ricerche generiche, scarse conversioni, tante visite casuali da “curiosi”).
- Assistenza e resi non sono pronti: ogni lingua aperta senza supporto è un debito operativo.
- Catalogo non allineato (taglie, voltaggi, normative, ingredienti, schede tecniche).
- Budget limitato: il multilingua duplica problemi, non li dimezza.
- Il team non ha owner per locale (nessuno responsabile di contenuti, UX e KPI del Paese).
Regola da giardino: se non hai tempo per innaffiare ogni aiuola, non aprire nuove aiuole. Cresceranno erbacce (traduzioni scadenti, schede incoerenti, link rotti).
Scelte di architettura: pro e contro (senza religione)
- ccTLD (es.
miosito.fr
,miosito.de
)
Pro: forte segnale locale, fiducia utente.
Contro: costi e complessità moltiplicati, link equity fra domini separati. - Subdomain (es.
fr.miosito.com
)
Pro: separazione chiara, governance flessibile.
Contro: equity più dispersa, setup DNS/CDN/analytics più verboso. - Subfolder (es.
miosito.com/fr/
) — scelta di default nella maggior parte degli e-commerce
Pro: equity concentrata, rollout rapido, gestione centralizzata.
Contro: serve disciplina su routing, hreflang, permessi e cache.
Consiglio operativo: se non hai una ragione forte per separare, parti con subfolder + hreflang ben fatto. Potrai migrare più avanti.
Checklist tecnica (da spuntare sul serio)
1) Localizzazione URL & struttura
- Percorsi puliti e coerenti per lingua (
/en/
,/fr/
, ecc.) - Slug tradotti (niente
/it/prodotti/
riciclati in/en/prodotti/
) - Reindirizzamenti 301 mappati per tutte le versioni linguistiche in caso di migrazioni
- Language switcher server-side senza parametri di marketing appesi (no
/en?ref=it
) - Evita redirect automatici basati su IP/
Accept-Language
che bloccano i crawler
2) Hreflang & canonicals
- Hreflang a coppie complete tra tutte le varianti (in
<head>
o sitemap XML) - Codici ISO corretti (
en-GB
≠en-US
) e pagine 1:1 equivalenti x-default
per la pagina selettore o fallbackrel=canonical
intra-lingua (mai canonizzare punti vendita diversi tra lingue)- Test a campione con validator e log server (status 200, niente 3xx/4xx mascherati)
3) Indicizzazione, crawling, performance
- Robots e meta tag coerenti per ogni lingua/ambiente
- Sitemaps per lingua e/o per sezione ad alto turnover (prodotti)
- Crawl budget: controlla duplicazioni da filtri/facet (parametri, paginazioni, sort)
- Core Web Vitals monitorati per locale (CDN edge, immagini localizzate)
- Error handling localizzato (404/410, pagine esaurite con alternative nella stessa lingua)
4) Dati strutturati & segnali locali
inLanguage
nei markup (Article, Product, FAQPage, HowTo…)- Prezzi in valuta locale +
priceCurrency
corretto - Spedizioni/ressi per Paese (
offers > shippingDetails
ove applicabile) - Orari/contatti locali, se esistono (Organization/LocalBusiness per mercato)
5) Analytics & governance
- Proprietà/stream per vista per lingua/Paese e conversioni localizzate
- Segmenti “brand by locale” (es. ricerche brand in DE)
- Tracciamento switch lingua e drop-off durante checkout internazionale
- Dashboard per KPI per mercato (CR, AOV, CAC organico, refund rate)
Checklist contenuti (il punto dove tutti si fanno male)
6) Traduzione, no: transcreation
- Glossario brand per lingua (termini vietati/approvati, tono)
- Unità di misura e taglie localizzate (EU/US/UK)
- Differenze legali: ingredienti, materiali, certificazioni, etichette
- Immagini/ALT e microcopy tradotti (bottoni, messaggi d’errore, email post-ordine)
7) Architettura dell’informazione
- Categorie e filtri allineati alla domanda locale (non tradurre “a specchio”)
- Sinonimi locali (“sneakers” vs “trainers”, “borsa tote” vs “shopping bag”)
- FAQ per mercato (pagamento, consegna, resi, garanzie)
- Contenuti editoriali “market-fit”: guide, comparativi, UGC, recensioni locali
8) Ricerca e concorrenza
- Keyword research per Paese (no export tradotto di quella italiana)
- SERP feature per mercato (mappe, shopping, editoriali)
- Gap di contenuto e link locale (PR digitali nel Paese target)
Costi invisibili (quelli che nessuno racconta)
- Mantenimento: ogni nuova lingua raddoppia QA, test e supporto.
- Debito di contenuto: promozioni, prezzi, policy: tutto da replicare.
- Ops: resi e assistenza in lingua sono KPI, non note a piè di pagina.
- Link earning: serve reputazione nel Paese target, non basta l’authority italiana.
Metafora rapida: aggiungere lingue è come piantare alberi. L’impianto è la parte facile. L’irrigazione stagionale costa.
Decision tree “go / no-go” (1 minuto, risposta onesta)
Se dici sì a tutte queste 6, procedi. Se anche una è “no”, rimanda:
- C’è domanda organica provata nel Paese target?
- Logistica, pagamenti, tassazione e resi sono pronti?
- Hai budget per contenuti e link per 12 mesi?
- Esiste un owner per quel mercato (non “a tempo perso”)?
- Il catalogo è vendibile (norme/taglie/voltaggi/ingredienti OK)?
- Hai una roadmap di categorie/URL e un piano di QA i18n?
Errori comuni (e antidoti)
- Traduzione 1:1 delle categorie → fai market mapping e rinomina dove serve.
- Hreflang incompleti → cluster simmetrici, nessun orfano.
- Switch lingua che cambia il carrello → sessioni isolate correttamente.
- Prezzi/valute non coerenti → regola arrotondamenti e tasse in scheda.
- Redirect IP aggressivi → offri scelta, non forzare.
- Contenuti legali copiati → rivedi per normativa locale.
Roadmap operativa in 90 giorni
Giorni 0–30 – Scoperta & design
- Demand & competitive check per 2–3 Paesi prioritari
- Scelta architettura (di default: subfolder) e disegno URL
- Glossario, stile, tassonomia per mercato
Giorni 31–60 – Build
- Implementazione hreflang + sitemaps per lingua
- Localizzazione top 100 URL (categorie, best seller, pagine trust)
- Setup analytics per lingua, tracciamento switch, QA tecnico
Giorni 61–90 – Launch controllato
- Soft-launch con 1 Paese pilota
- PR/partnership locali per primi link & menzioni
- Sprint di QA continuo (log errori, CWV, CRO per checkout locale)
Checklist riassuntiva (stampamela e mettimi in colpa)
Prima di partire
- Domanda e marginalità validate
- Architettura scelta con motivazione
- Owner e budget dedicati per 12 mesi
In implementazione
- URL locali + switch pulito
- Hreflang completi +
x-default
- Sitemaps per lingua
- Dati strutturati con
inLanguage
- CWV e CDN testati per mercato
- Analytics per lingua & funnel di checkout
Contenuti
- Transcreation (no traduzioni letterali)
- FAQ e microcopy locali
- Immagini/ALT localizzati
- Editoriali market-fit programmati
Go-live
- Log monitorati, 404/410 ok
- Redirect testati
- PR locali & link earning attivi
- KPI per mercato in dashboard (CR, AOV, refund)
Conclusione schietta
Il multilingua non è un badge: è un impegno. Se i numeri e l’operatività non sono allineati, aggiungere lingue è come fertilizzare l’asfalto: consumi budget e non cresce niente.
Se invece i segnali ci sono, si parte bene, si parte snelli e si scala con disciplina.
Stai decidendo cosa fare?
Vuoi capire se ti conviene davvero e come farlo senza sprecare budget?
Mi occupo di e-commerce multilingua con approccio data-driven e zero fuffa.
👉 Scrivimi: analizzo domanda, architettura e costi reali, e ti dico cosa fare, anche quando la risposta è “non ancora”.
Seogarden.net – Francesco Margherita | Consulenza SEO per e-commerce multilingua.