I 4 Angoli di impatto della SEO

by francesco 5.9K views0

Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024

Le cose si evolvono ma la SEO si muove sempre su due tronconi e appoggia le proprie basi su 4 angoli di impatto. Per quanto le cose si possano trasformare, per quanto Google possa cambiare l’equilibrio tra i singoli fattori di ranking, se il tuo progetto tiene conto di quello che sto per scrivere non avrai da preoccuparti.

I due tronconi su cui poggia la SEO

Non basta ottimizzare il codice di un sito web per ottenere buoni posizionamenti, così come non basta installare un plugin su wordpress per fare SEO. Da un lato dobbiamo curare il rapporto tra sito web e spider, dall’altro quello tra sito web e utenti. La SEO “ottimizzante” è dunque condizione necessaria, ma non sufficiente a ottenere buoni risultati di posizionamento organico. Il concetto stesso di ottimizzazione deve allargarsi e spostarsi dalla sola cura del codice a quella dell’intera esperienza utente. La SEO è Search Experience Optimization.

Detto questo negli ultimi anni la situazione pare un po’ sfuggita di mano rispetto all’equazione “SEO = Comunicazione” certamente corretta, ma incompleta. È aumentato il numero di operatori che contano di risolvere la SEO mediante l’utilizzo di un plugin o affidando tutto alla cura certosina  – e orientata –  dei testi del sito. Un buon lavoro sui testi può certamente produrre ottimi risultati, come può non bastare se le pagine si aprono in 10 secondi, se hai migliaia percorsi duplicati o archivi ridondanti. Cose così. Migliora dunque il dialogo con gli spider, non solo quello con gli utenti.

Per fare bene entrambe le cose spesso una persona sola non basta.

4 angoli che impattano sulla SEO

A partire dalla prima suddivisione in due tronconi, possiamo individuarne un’altra più specifica, inquadrando i 4 angoli che impattano sulla visibilità organica di qualunque sito web:

  • Scansione
  • Architettura
  • Contenuti
  • Strategia

I primi due angoli riguardano la comunicazione tra sito e spider, gli altri due quella con gli utenti.

Studiare la scansione di un sito web ci serve a capire il modo in cui gli spider masticano le pagine del sito. Occorre valutare il rapporto tra tutti i percorsi interni e quelli che generano un output HTML, così come è utile studiare la copertura indice per conoscere i criteri con cui Google assegna rilevanza alle pagine. Nello studio della scansione c’è anche la valutazione delle risorse server, che devono essere commisurate al peso del sito e al traffico che riceve.

Studiare l’architettura informativa di un sito web significa valutare se la struttura degli archivi è coerente con gli obiettivi di comunicazione, se è economica nel senso che non ripete, non duplica e non sovrappone pagine, se è usabile, vale a dire se si lascia navigare facilmente conducendo gli utenti dove ci aspettiamo.

Studiare i contenuti di un sito web significa da un lato avere le idee chiare sul piano editoriale, su quali temi occorre trattare, sulla keyword e competitor research che c’è dietro, dall’altro organizzare le pagine in modo che siano chiare rispetto ai significati che esprimono e alle singole occasioni d’uso per cui esistono. Se il piano editoriale manca di focus, se è dispersivo, se si rivolge a pubblici di riferimento troppo diversi, avere una buona struttura scansionabile e un codice pulito non ti basterà.

Studiare la strategia di comunicazione di un sito web significa capire come entrare in relazione con altri, con chi in particolare e per quali motivi precisi. Si buttano giù liste di interlocutori che vengono segmentate e per ciascun segmento si individuano potenziali partnership, si capisce a chi chiedere un guest post e su quali piazze intervenire per facilitare la conversazione sul brand. Si capisce in sostanza come sbloccare quei famosi segnali esogeni di rilevanza a cui Google è sensibile.

Conclusioni

Come ho accennato prima, per me è veramente difficile che una sola persona possa essere competente su tutti questi aspetti, quindi se lavori da solo al tuo sito web è già probabile che tu stia tralasciando almeno uno degli angoli che impattano direttamente la visibilità nei motori di ricerca. È un invito a tenere gli occhi aperti, a fare “insieme”.

Ad affrontare la SEO in senso olistico, compiutamente (e finalmente) ecologico.