Intervista SEO: Michele Baldoni

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Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

michele baldoni
michele baldoni

Michele Baldoni è appassionato di informatica da quando aveva 14 anni. Dopo aver lavorato in una prestigiosa agenzia SEM, ha scelto di diventare freelance nel 2010.

 

 

 

1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Ho iniziato nel 2007 quando, per puro caso, feci un colloquio in SEMS (ora FullPlan) con gli allora a me sconosciuti Enrico Altavilla e Maurizio Petrone. Al tempo mi trasferii da Ancona e Milano, per questioni lavorative di mia moglie e avevo soltanto conoscenze di html e css. La SEO, nelle Web Agency marchigiane che conoscevo, era una materia sconosciuta.

Nonostante non avessi alcuna nozione di SEO, o forse proprio per quello, scelsero me per portare avanti dei progetti. 

2) Come hai imparato a fare SEO?

Ascoltando, guardando, ammirando i colleghi di SEMS, un’esperienza unica e che tutti dovrebbero fare per la propria carriera. Le competenze acquisite poi non sono state solo tecniche riferite alla SEO, ma in agenzia ho potuto formarmi sulla gestione delle campagne a pagamento di Google Adwords, sull’approccio comunicativo con i prospect, sulla comunicazione con il cliente e sulla gestione del cliente e solo quando mi sono sentito pronto, ho scelto di diventare un Freelance.

3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Matt Cutts o chi per lui, visto che è un po’ fuori dalle scene in casa Google, chiederei di dare un sempre maggior supporto, soprattutto nei casi di penalizzazione “pesante”, dove il dubbio che ci sia stato un errore da parte della “macchina” Google è fortemente evidente. Oggi, rispetto al 2008, le cose sono molto migliorate, ma c’è sempre margine per un upgrade. Oggi, se qualcuno si lamenta per il poco supporto, significa che ha iniziato a fare seo da poco.

Ricordo un caso in cui il sito di un cliente (grosso brand), dopo un periodo di ranking buono, iniziò a non superare più la 2 pagina per chiavi per cui secondo me/noi (colleghi) avrebbe dovuto posizionarsi benissimo. Così, senza motivo e senza un calo repentino. Provai a sfruttare la situazione per migliorare le mie conoscenze e magari creare un caso di studio, ma niente, tutte le azioni, le correzioni, le modifiche al codice non portavano benefici. Come ultima spiaggia facemmo la sola richiesta di riconsiderazione possibile ai tempi, anche se non vi erano segnalazioni di penalizzazioni da parte di Google (mica è come adesso che nel Search Console ci segnalano molte cose), spiegando nel dettaglio tutto il lavoro fatto.

Dopo alcuni giorni, e senza la ben che minima notifica, il sito riprese il buon ranking di sempre, anzi migliorato. In effetti avevamo lavorato moltissimo sull’ottimizzazione, molto di più di quanto avremmo dovuto.

4) Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?

Molte volte mi sono fatto questa domanda e non sono mai riuscito a stilare una lista dei migliori. Difatti la parola migliore non è sufficiente a generare una lista: migliori in che cosa? Nell’analisi del codice, nell’analisi dei dati, in UX, in comunicazione con i clienti, in programmazione, nel posizionare una pagina per una chiave, nel trovare la giusta strategia. In cosa migliore?

Ecco quindi che mi sono sempre limitato a leggere blog e parlare con più seo possibile per confrontarmi e capire se il loro modo di ragionare e lavorare si avvicinasse al mio. 

I “migliori” li giudico sotto molti aspetti, un po’ come fa Google con i suoi fattori, e non è pensabile fare una sola lista. Proprio per questo è alla base di seoitaliani.it: non ci sono classifiche, ma tutti hanno un loro spazio dove potersi mostrare.

5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

Le condizioni ideali ci sono quando si è parte del progetto, fin dall’inizio. Ho lavorato su un progetto di alimentazione per bambini dalla scelta del nome di dominio e del CMS, discutendo ogni singolo aspetto in team, insieme a programmatori e commerciali. È stato un ottimo progetto di cui ho anche fatto un caso di studio esposto al Web Marketing Festival lo scorso giugno: gli obiettivi erano chiari e condivisi, concordati a monte di azioni tecniche che, quindi, risultavano più semplici da applicare. Non abbiamo mai messo “toppe”, abbiamo sempre lavorato con continuità.

Da una mia citazione: “Per me la massima espressione della seo è quando il consulente seo, conquistata la fiducia del cliente, concorre insieme a lui al raggiungimento degli obiettivi prefissati.”

Le peggiori sono quando il prospect non sa quello che vuole ottenere ma ti chiede un KPI (aumentare i follower) pensandolo un obiettivo, solo perché ha sentito/letto che quella cosa serve e funziona. Quei progetti vanno scartati a priori, in quanto potrai anche fare il lavoro più dettagliato del mondo e portare risultati tangibili ma tanto il cliente non li capirà.

Ovviamente tutto è sempre “fratto soldi” come si dice dalle mie parti. Il budget è fondamentale per onorare le ore di lavoro che un professionista occupa per portare visibilità, notorietà, contatti al cliente.

6) Quali software utilizzi per fare SEO?

Attualmente, per il tipo di progetti che ho, utilizzo Screaming Frog per monitorare i siti a livello di link interno ed in uscita, meta dati, redirezioni, etc.., Majestic e SemRush (free), Office per la generazione di documenti, AdWords Editor per gestire le campagne.

Siti o strumenti online, se vogliamo fare una distinzione con i software: Google, Search Console, Keyword Planner, Trends, UberSuggest, Web-sniffer.

7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Mi spiace per gli scrittori, ma il primo consiglio è quello di evitare la maggior parte dei libri. Se sei un SEOFITA e non hai basi, non avrai la conoscenza per capire se quello che è scritto sul libro è vero o falso, attuale o passato, utile o dannoso. Non c’è contraddittorio nel libro. È la voce del solo autore.
Ci sono delle eccezioni, ma proprio per il nome che hanno sono poche, appunto, eccezioni.

Il mio consiglio sulla formazione, dato che oggi è possibile, è di cercare tutti quelli che fanno SEO e si occupano di web marketing e iniziare a seguirli tutti, leggere i loro post e soprattutto i loro commenti. Capire grazie a loro tutte le sfaccettature della SEO e pian piano scremare la lista, lasciando quelli validi.

Ci sono ottimi webinar online sulla seo e consulenza gratuita, soprattutto il venerdì mattina ☺. Cercatela su Google.

Budget permettendo ci sono dei validi corsi in Italia, ma è un po’ il cane che si morde la coda: occorrerebbero delle basi per capire se il corso è valido o no.

Parallelamente consiglio di fare, a tutti i costi, uno stage in azienda, affiancando chi già ha le mani in pasta. Tutti i lavori che ho svolto (commesso, vigile urbano, tecnico Nokia etc..), sono iniziati con un periodo di affiancamento, senza studiare prima, ma imparando sul campo. Lo so che non è facile, ma è fattibile. Esperienza personale: volevo imparare a creare siti web e ho chiesto, bussando porta per porta, di parlare con ogni responsabile delle web agency affinché mi permettesse di essere affiancato, anche gratis.

Su 37 web agency, una accettò.