Intervista SEO: Giuseppe Lanzetta

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Ultimo aggiornamento 19 Gennaio 2018

giuseppe lanzetta
giuseppe lanzetta

Giuseppe Lanzetta, palermitano, è un SEO che aspettavo da tempo di intervistare. Da molti anni appassionato (condizione indispensabile per fare questo lavoro), Giuseppe incarna il percorso che da web master porta a diventare negli anni consulente SEO. Lo ringrazio per il tempo concessoci… e come sempre, auguro buona settimana a tutti.

 

1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Ho cominciato nel lontano 2006, anno in cui dopo aver concluso un corso di formazione sono stato assunto come webmaster da una azienda locale. 

I primi mesi sono filati lisci, finché non mi è stata rivolta la fatidica domanda che tutti i SEO del mondo hanno sentito, prima o poi: “Perché se cerco queste parole su Google trovo il sito web di Tizio e quello di Caio e del nostro neanche l’ombra?”.

Quello è stato il cosiddetto momento zero, perché da lì in poi ho passato gran parte del mio tempo a leggere e studiare qualunque cosa trovassi sul web per cercare di capire come Google ordinasse i risultati nelle SERP.

2) Come hai imparato a fare SEO?

Come già anticipato nella prima domanda, ho studiato da autodidatta leggendo blog e forum, soprattutto americani, e testando successivamente quanto appreso nei progetti personali che nel frattempo avevo realizzato. I primi risultati mi hanno così convinto che stavo in un certo senso trovando il bandolo della matassa, e dopo aver rifiutato un paio di commesse per paura di non riuscire a raggiungere gli obiettivi richiesti ho trovato il coraggio di sottoporre un contratto al mio primo cliente.

Ricordare quegli anni mi ha fatto tornare in mente il contestGlobalwarming Awareness2007, io c’ero!

3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Lo metterei davanti a una lavagna e lo obbligherei a scrivere “Google Don’t Be Evil” 100 volte, come Bart nella sigla dei Simpsons. 

Scherzi a parte, ritengo corretta l’interminabile lotta allo spam intrapresa da parte di Google, ma non condivido alcune loro condotte, ad esempio il modo in cui i risultati sponsorizzati stiano invadendo le SERP relegando i risultati organici quasi al “fold”.

4) Quali SEO italiani ti hanno ispirato? In base a cosa li giudichi?

È abbastanza difficile rispondere a questa domanda, perché solo negli ultimi anni ho visto il panorama SEO italiano muoversi autonomamente e formulare idee proprie; fino a poco più di 5 anni fa ci si limitava a riproporre tecniche ampiamente testate oltreoceano, quindi durante la mia fase di crescita non ho quasi mai avuto ispirazioni o influenze da parte di SEO italiani.  È anche possibile che la mia visione della realtà sia falsata dal fatto che non amo partecipare a convegni e meeting (anche per questioni logistiche viste le distanze!), per cui ho avuto poche possibilità di conoscere personalmente altri colleghi.

5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

Le condizioni di lavoro ideali per un SEO sono quelle in cui il cliente si fida della tua professionalità e competenza, mettendoti anche a disposizione (quando necessario) alcune risorse interne dell’azienda per svolgere attività che non richiedono necessariamente una forte specializzazione, come richiesto al consulente SEO. 

Le peggiori, e lo abbiamo ampiamente detto in tanti, sono quelle in cui il cliente crede che il consulente SEO sia una sorta di “mago della programmazione e del computer” capace di portarti in prima posizione con la keyword più competitiva in pochi giorni, anche se poi non converte!

6) Quali software utilizzi per fare SEO?

In fase di analisi gli strumenti principali che uso per fare SEO sono proprio quelli messi a disposizione da Google: Keywords Planner, Webmaster Tools e Analytics, insieme allo studio delle SERP e all’analisi della concorrenza mi forniscono una visione globale del settore in cui sto per cimentarmi, ma credo che il miglior software in assoluto sia la nostra testa, perché oggi non esiste più uno schema fisso applicabile a tutti i progetti, ogni lavoro fa storia a sé: vi sono progetti cui basta semplicemente una buona ottimizzazione onsite e progetti in cui è anche necessario spingersi al limite rischiando un po’, basta intuirlo! 

A lavoro iniziato uso la SEO Powersuite per monitorare il ranking, produrre la reportistica e controllare il sito web (insieme a Google Webmaster Tools); tra gli altri servizi che utilizzo spesso vi sono Ahrefs, Majestic e UptimeRobot.

7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Consiglio di studiare il più possibile sperimentando sulla propria pelle quanto appreso, dando mai nulla per scontato visto la rapidissima evoluzione del  mercato e dei motori di ricerca. Se potessi tornare indietro di qualche anno proverei una esperienza in una buona agenzia ma, a parte poche eccezioni, non lo consiglierei a chi è proprio alle primissime armi, perché vi è il rischio di considerare “oro colato” tutto quello che vi potrebbe essere insegnato da chi ha più esperienza: la crescita vera avviene quando i clienti vi pongono domande e obiettivi impossibili!