3 suggerimenti SEO per rendere visibile un ecommerce

by francesco 3.9K views0

Ultimo aggiornamento 10 Gennaio 2018

Proviamo a riflettere insieme su alcuni aspetti del posizionamento di un sito ecommerce, di cui solitamente si legge poco sul web. Per far questo tireremo in gioco le vecchie linee guida sull’usabilità web, oltre che un po’ di buon senso. Pronti…via!
rendere visibile ecommerce
rendere visibile ecommerce

Le tecniche per rendere visibile un ecommerce sui motori di ricerca non sono tanto diverse rispetto a quelle utili a posizionare un qualsiasi altro sito web.

Alcune cose specifiche però le dico qui:

1) Fattore di correlazione interna dei contenuti:

Diventa molto difficile posizionare un ecommerce generico sui motori di ricerca, perché in quanto generico, cioè in grado di offrire prodotti diversi non tanto per categoria quanto per settore merceologico,l’intero sito non risulterà mai abbastanza autorevole da scalzare nelle serp quei portali ultrasettoriali e specialistici che si occupano “solo” di aspetti pertinenti con la parola chiave inserita nella ricerca.

In questo caso, se nello stesso ecommerce vendi articoli per il giardino, tende da campeggio, ricambi per auto e scherzi di carnevale, a meno che il portale in questione non sia eBay, sarà più facile essere visibili attraverso l’investimento pubblicitario in AdWords, che attraverso i risultati organici.

 

2) Creare risultati differenziati sulle serp:

Google più di Yahoo e Bing, ha la facoltà di differenziare il tipo di risultati nelle serp. Vuol dire che  a differenza degli altri due motori, non presenta solo i siti aziendali più autorevoli in base ad una chiave ricercata, ma anche forum, blog, comunicati stampa e social network, in cui si affronta l’argomento oggetto della ricerca. Una buona tecnica per rendere visibile un ecommerce è partecipare nei forum con discussioni sui prodotti mettendo in firma la url del sito, oppure utilizzare il circuito dei comunicati stampa per far girare notizie sul sito e sui prodotti o ancora creare profili social e interagire con gli utenti coinvolgendone l’attenzione.

Per alcuni settori merceologici però, può essere decisamente arduo creare attraverso i profili social, quei risultati differenziati sulle serp che aumentano la possibilità di essere raggiunti. Per intenderci, è più facile fare follower su Twitter e likers su facebook col profilo di un’azienda che vende prodotti tipici pugliesi, piuttosto che con quello di chi vende sanitari o rubinetti.

 

3) Usabilità del menu top

Ci sono alcuni errori di usabilità che, se commessi sui siti di ecommerce sono più gravi rispetto a quando si verificano su altri siti.

I bot dei motori di ricerca, solitamente effettuano la scansione di pagina, dando più rilevanza ai link che occupano le zone più visibili esitewide (riprodotte per ogni contenuto del sito). Esiste proprio un ordine gerarchico nell’indicizzazione dei contenuti. Te ne puoi rendere conto facilmente usando il comando “site:www.nomesito.estensione” su Google. Come risultato nella prima serp si vedono a partire dall’alto, tutte le pagine raggiungibili dailink estesi, per l’appunto i sitewide, quelli che spesso si trovano nel menu principale (top) del sito. A quei contenuti Google assegna più importanza, ritenendoli centrali per i visitatori.

Un brutto errore in questo senso, che purtroppo si trova spesso nei siti di commercio elettronico, è inserire le voci di menu istituzionali e le informazioni sull’azienda nel menu principale.

Ora, se il web master che tira sù un sito di ecommerce è tanto ingenuo da pensare che ai visitatori interessi la pagina “chi siamo”, “mission” e “perché fidarsi di noi”, più delle categorie dei prodotti, dovrà sperare che l’argomento della pagina “mission” sia proprio interessantissimo, perché generalmente gli utenti cercano subito i prodotti di cui hanno bisogno e solo in seguito le informazioni istituzionali sull’azienda, come le modalità di spedizione o di pagamento. Insomma, facciamo in modo da non dire a Google che teniamo più a quei contenuti istituzionali che a quelli con i quali invece dobbiamo essere trovati.

 

Nei casi più difficili, come nell’esempio dell’ecommerce che vende di tutto o in quello del commercio elettronico dei rubinetti di prima, ci si dovrà impegnare tantissimo tanto sul fronte interno dell’ottimizzazione, quanto su quello esterno della diversificazione dei risultati e della link building. Su tutto però, sarà importante avere buon senso ed evitare errori ingenui di usabilità (che è un parametro SEO a tutti gli effetti) come quello di cui ho scritto sui menu.

Tutto chiaro? Domande?